Un evento da non perdere, quello della Cosmic Renaissance (già Cosmic Band) di Gianluca Petrella ad Argo 16. Abbandonata la formazione in stile big band di inizio decennio scorso per assestarsi sull’attuale quintetto, la formazione guidata da Petrella continua ad accompagnarci in viaggi spaziali fra pianeti e galassie lontane lungo le scie afrofuturiste lasciate da Sun Ra, onnipresente guida cosmica. Cresciuto sotto l’ala protettiva di sua maestà Enrico Rava e ormai considerato uno dei migliori trombonisti in circolazione, Gianluca Petrella lo abbiamo visto in varie formazioni, tra cui quella con Michele Rabbia ed Eivind Aarset per presentare Lost River, disco uscito per la Ecm. Un concerto emozionante fatto di suoni eterei e atmosfere sognanti, come da tradizione dell’etichetta tedesca. Oggi, quasi a testimoniare l’eclettica personalità artistica di Petrella, ci troviamo invece teletrasportati in una dimensione altra, permeata di luce e ritmo. Siete pronti ad allacciare le cinture di sicurezza per un nuovo viaggio?
Venerdì sera non ci si ferma però alla dimensione cosmica, si andrà anche oltre. Al primo set di Petrella e company, alle 21.30 si aggiungerà anche quello di Andrea Belfi, dalle 23.30. Belfi è un batterista di quelli rari, capace di prestare particolare attenzione non solo al ritmo ma anche allo spazio sonoro che gli sta intorno. Che siano le spigolosità post rock del trio con Pilia e Grubbs, quelle punk con Mike Watt, i tributi a Moondog con gli Hobocombo o le sperimentazioni elettroacustiche in solo, il suono di Belfi si sparge nella stanza più che colpirti in faccia. Il suo album da solista, Natura morta, del 2014, è fatto di nuvole acustiche che avvolgono in pulsazioni continue, il suo ultimo full lenght, Ore (2017), è stato pubblicato sulla londinese Float, destando l’attenzione di personalità influenti della musica indipendente mondiale come Mary Anne Hobbs, Gilles Peterson e Thom Yorke, che l’ha scelto come opening act del suo tour del 2019 in Europa e America. A Ore fa seguito Strata, mini-LP edito nel 2019 sempre da Float, che si sviluppa attorno a una ricerca dei ritmi Gnawa, una tradizione musicale nordafricana che attinge da antiche canzoni spirituali e religiose.
Scritto da L.R.