Il mio primo incontro con PPP fu a scuola, al liceo. Ignorante come (quasi) tutti i liceali fui messa di fronte da una docente entusiasta, insieme ai miei compagni di ginnasio, a quello che considerai da subito come il film più brutto della mia vita: “Medea”. Ricordo questo scampanio molesto di capre che si arrampicavano e poi il balenare sullo schermo della divina Callas come un’atroce prova di sopportazione del sonno, che aveva come solo merito quello di interrompere l’abituale routine scolastica.
Negli anni mi sono data da fare per ribaltare quel giudizio – sicuramente affrettato – ma una convinzione non mi ha mai abbandonata. Che PPP, contrariamente al suo essere, in vita, ruvido e per niente accomodante, incapace di tenersi un cecio in bocca e assolutamente libero di pensare e agire senza altro comandamento che non fosse il proprio, offra il perfetto esempio del trattamento che viene spesso riservato alla cultura in Italia: quella necessità di normalizzare, rendere pop e mainstream ogni cosa, pur di farla piacere (e venderla) a più gente possibile. Non vorrei tirare in ballo la storia (decisamente abusata ma sempre attuale) “dei soliti stronzi e dei venerati maestri”, ma mi pare che PPP, assurto presto al rango di solito stronzo, non abbia fatto a tempo – ahinoi – a diventare in vita venerato maestro, lasciando così ad altri il compito di renderlo tale.
Facile prendere le parole di un tizio, per quanto messe per iscritto, e darne l’interpretazione che si desidera, facile tirare per la giacchetta qualcuno che non c’è più per affibbiargli un’etichetta – la preferita in questo caso è “scomodo”, qualunque cosa voglia dire – e riversare ogni contenuto prodotto in un’esposizione monstre. Più apprezzabile sarebbe stato, in tempi in cui il problema mi pare sia sempre l’eccessiva abbondanza (di risorse, stimoli, notizie) fare un’operazione di selezione dell’immensa produzione di Pasolini, che desse conto cioè della bulimia creativa di questo uomo dal talento smisurato sì, ma anche ovviamente mortale, e perciò perfettibile, e perciò – a volte – anche pessimo. Insomma, ecco un augurio, magari valido per il prossimo centenario: meno enciclopedia, più curatela.
CALENDARIO
Palazzo delle Esposizioni – Il corpo poetico
19 ottobre 2022 – 26 febbraio 2023 (€ 10/8)
Palazzo Barberini – Il corpo veggente
28 ottobre 2022 – 12 febbraio 2023
Museo MAXXI – Il corpo politico
16 novembre 2022 – 12 marzo 2023 (€12/9)
Scritto da Enrica Murru