Messa a confronto con qualsiasi tipo di etica, Las Vegas è la summa del male in terra: vizio, decadenza, corruzione, spreco, egoismo, sfruttamento. Immaginate quindi che rumore fece un libro intitolato “Learning from Las Vegas” in cui due architetti, Robert Venturi e Denise Scott, ebbero l’ardire di elevare Vegas a oggetto di ricerca, andandone ad analizzare le strade, le insegne, gli edifici, i simboli, individuando nel consumo e nel divertimento i fattori di urbanizzazione della (non)città (post)moderna e pop(ular).
Roma e Las Vegas sono anche alla base di questa mostra del fotografo olandese Iwan Baan, che nei suoi scatti non cerca di spiegare la città della perdizione a partire dai fasti della Roma imperiale, come sarebbe facile ipotizzare, ma propone esattamente il percorso inverso, rileggendo lo sviluppo dell’Urbe come emanazione delle forze economiche, politiche e religiose, andando anche a scavare nel passato di Venturi, che negli anni Cinquanta soggiornò a Roma, proprio all’Accademia. Potere dei simboli, potere delle immagini, potere dei luoghi: potere.
Scritto da Nicola Gerundino