Ce l’ha insegnato la Women’s March di Washington di gennaio e ce lo hanno ribadito tante signore, dall’Alta Moda alla letteratura: il femminismo è vivo e lotta insieme a noi. Anche se i nostri reggiseni di cotone organico sarebbero un combustibile peggiore rispetto a quelli di poliestere delle nostre mamme. Forse c’è ancora speranza pure per la nostra generazione, arrivata in ritardo su tutto, dal boom economico alle conquiste sociali. Se, come ha detto Piero Gilardi, «L’arte serve a dare speranza nel futuro», mi sento di poter essere fiduciosa sul confronto, in questa mostra, fra la figlia degli anni Ottanta Claire Tabouret e l’ottuagenaria Yoko Ono. E anche se non ci sono più le grandi battaglie politiche ritratte dall’arte militante di Ono, c’è ancora bisogno di donne guerriere come quelle della Tabouret.
Scritto da Enrica Murru