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gio 07.06 2018 – sab 29.09 2018

Anne-Karin Furunes

Dove

Tornabuoni arte - Contemporary Art
Lungarno Benvenuto Cellini 3, Firenze

Quando

giovedì 07 giugno 2018 – sabato 29 settembre 2018

Quanto

free

Personale per l’artista norvegese. Opening il 7 giugno alle ore 18:00.

Anne-Karin Furunes (Trondheim – Norvegia, 1961), ha compiuto studi artistici a Oslo e Trondheim e di architettura a Londra e Copenhagen. Ha realizzato una serie di lavori pubblici in Norvegia ed ha tenuto mostre personali in Europa, Canada e Stati Uniti. Le sue opere sono presenti in importanti collezioni come The National Museum of Contemporary Art ad Oslo, The National Museum of China a Pechino e The Museum of Art and Design a New York. Nei suoi dipinti Anne-Karin Furunes utilizza foto d’archivio di volti anonimi per indagarne la personalità e l’identità, ricercando negli sbiaditi tratti fotografici labili tracce di vite dimenticate e personalità sfuggite al registro della storia. Gli ingredienti usati sapientemente dall’artista nelle sue tele sono la luce e la memoria. I suoi lavori hanno come riferimento la suggestione dello scorrere della storia e dell’essere umano che la vive, solo nelle ultime opere tra i soggetti scelti dall’artista compaiono anche elementi naturali. «Anne-Karin Furunes – scrive Rachele Ferrario nel catalogo della mostra – da molti anni s’interroga sulla storia, sul bisogno oggi sempre più impellente “di conservare per preservare e di preservare per tramandare”.
I volti femminili cui ha ridato vita in questi ultimi decenni ci raccontano battaglie personali e collettive, evocano le tragedie che hanno attraversato l’Europa e il mondo occidentale, il crollo dell’impero zarista e austroungarico, due conflitti mondiali, la Shoah e l’eugenetica, una guerra fredda; e battaglie che per i ventenni degli anni Ottanta hanno rappresentato un simbolo e la fine di un’epoca: la protesta contro il regime cinese degli studenti universitari di Pechino nella piazza di Tienanmen (cui si riferisce una serie dei suoi ritratti) e il crollo del muro di Berlino.»

Scritto da Alberto Asquini