La prima volta che ho visto Joan Thiele è stata casuale: apriva un concerto pomeridiano di Bombino a Milano, nei giorni dell’apertura di EXPO. Rimasi molto meravigliato dalle capacità canore della ragazza di origini sudamericane e non mi stupii per nulla che Universal avrebbe scommesso su di lei di lì a poco. Con un ep nel mezzo, quest’anno Joan Thiele ha pubblicato il suo esordio, “Tango”, ispirata da un viaggio in Colombia, dove vive suo padre. Il mix sanguigno e musicale è ancora il vero punto di forza dell’artista, mentre, secondo me, il suo talento non ha ancora trovato la forma congeniale. Non si vive di solo “melting pop” e muoversi in un ambiente in cui il cantato in inglese è ancora visto come un ostacolo non ha giovato al suo percorso, ma sono fiducioso che Joan diventerà farfalla, speriamo più prima che poi.
Scritto da Livio Ghilardi