L’idea di esporre fotografie di Robert Mapplethorpe in una galleria d’arte rinascimentale e barocca può forse sembrare bizzarra, quasi eccentrica. In realtà, il ponte che unisce New York e Trastevere esiste proprio nella sensibilità spiccatamente classica del fotografo americano. Mapplethorpe cercava la “Perfezione nella forma”, e la composizione rinascimentale era uno dei suoi principali punti di riferimento.
Saranno 45 le opere esposte all’interno del museo, con un’attenzione su alcuni temi ricorrenti dell’artista statunitense: lo studio delle nature morte, dei paesaggi, dei ritratti e della statuaria classica. Che siano le sue fotografie iconiche di fiori spinti al limite dell’astratto o dei corpi umani che emergono dall’oscurità, è difficile non pensare alle dinamiche tra luce e buio di Caravaggio e, per una volta, saranno fianco a fianco.
La stessa dissonanza che spesso emerge dalle opere del fotografo, ovvero lo scontro tra soggetti estremamente contemporanei – a volte controversi, altre volte quasi banali – e il rigore classico della composizione, totalmente priva di imperfezioni, sarà ora ampliata dall’incontro con l’arte antica. Dai pennelli alla Hasselblad 500, dal 1600 europeo alla New York degli anni 70-80: sarà bello ricordarci che l’arte si evolve, ma non rompe mai, anzi, dialoga costantemente con il passato.
Scritto da Flavia Ferrucci