Era il 1997 quando alle 5 di mattina mi avventurai verso l’aeroporto di Fiumicino per consegnare la cassettina di “Through Silver In Blood”, personalmente copiata e confezionata con cura, direttamente nelle mani del mio ignaro amato in procinto di partire per le vacanze estive. Purtroppo il romantico gesto non portò a nessun lieto fine amoroso, ma anni dopo mi confessò che attraverso quell’ascolto ebbe accesso non solo a un disco fondamentale, ma anche a una sfera esistenziale fino ad allora sconosciuta. Ed è questo che succede coi Neurosis: rimangono attaccati addosso, perché determinano in chi li ascolta una sorta di salto quantico.
Non è possibile ridurre a un mero elenco di generi il lavoro di espressione e ricerca sonora del gruppo californiano di Steve von Till e Scott Kelly, attivo dal 1985. Figli del mondo DIY punk hardcore, non a caso fondatori di una propria etichetta attraverso cui poter essere padroni del proprio destino e della propria identità (oggi la Neurot è un pilastro, un universo complesso e variegato nel panorama indipendente internazionale), hanno navigato per mari lontani mescolando correnti anche molto diverse tra loro come quelle di metal, folk e sludge con industrial e ambient. Tutto questo mantenendo salda e riconoscibile la propria sonorità, evocativa di una dimensione ancestrale e archetipica.
In un contesto ricco di suggestione e contrasti come quello del Teatro di Ostia Antica, a fare da spalla ci saranno due progetti “di famiglia” della scuderia Neurot: gli Yob, trio statunitense di area doom, fresco di un nuovo e validissimo disco “Our Raw Heart” uscito lo scorso anno su Relapse, e i nostri Ufomammut. Aspettatevi un viaggio emotivo non indifferente, perché i Neurosis incarnano la compresenza di caos e struttura, la possibilità di avere lo spazio per vivere il potenziale creativo, percepire la potenza e l’incomprensibilità dell’esistente.
Scritto da Miss Tabula Rasa