Teatro e fumetti, o meglio, come dar parola e scena a quegli schizzi neri su carta rossa carichi di filosofia, umorismo nero e sangue a catinelle: “disegnini”, direbbe qualcuno, seppur portatori di messaggi pesanti e spiazzanti come macigni. E invece sono molto di più. Così, la compagnia Rebis ha deciso di dare vita a queste strisce, di trasferire in un contesto espressivo diverso le battute, le riflessioni e i percorsi della miseria umana, ma, in fondo, anche della sua speculare grandezza e unicità.
Due i lavori in scena: da un lato il nonsense degli “Scarabocchi” di Maicol & Mirco che, con un crescendo di disagio e ilarità, delineano un ritratto agrodolce di noi stessi. Dall’altro “Il Papà di Dio”, la semplice storia di un figlio ribelle che vuole passare tutta la sua giornata a creare, poco incline alle regole e alla rigidità paterna. Unico inconveniente: i suoi giochi, errori e creazioni avranno nefaste conseguenze divine.
Scritto da Andrea Di Corrado