Gli spazi del Politecnico si trasformano per 4 giorni in una bolgia di relatori nazionali e internazionali, di architetti monumentali ed emergenti, studenti, filosofi, scrittori, fotografi: è la terza edizione di MI/ARCH, una creatura  di Stefano Boeri nata nel 2013, sorella minore di Festarch, che si era tenuta a Cagliari e a Perugia negli anni precedenti. Come sempre domina l’abbondanza: ci sono i grandi maestri milanesi (Andrea Branzi, Vittorio Gregotti, Enzo Mari, Franco Raggi), gli assipigliatutto (Italo Rota, Cino Zucchi, Michele De Lucchi, Antonio Citterio), le poche architette di fama (Benedetta Tagliabue, Pattricia Urquiola), i direttori delle riviste canoniche (Silvia Botti per Abitare, Nicola di Battista per Domus, Gilda Bojardi per Interni), i giovani di successo (Matteo Poli, Matilde Cassani, Dontstop Architettura, Yellowoffice, soprattutto Baukuh – quelli della Casa della memoria – che spuntano anche come singoli in più eventi), gli stranieri (il cinese Ma Yansong di MAD, e poi Julien De Smedt, Wolfgang Buttress del premiato English Pavilion, Rotor, Unlab, Rudy Ricciotti). Ancora, le fotografie di Iwaan Baan e di Stefano Graziani, e la cinearchitettura di Davide Rapp. L’esoterico visionario Beniamino Servino. Il direttore della prima Biennale di Chicago, appena inaugurata, Joseph Grima. E Alessandro Scandurra, colui che ha fatto accapigliare più di ogni altro i milanesi con il suo Expo Gate.

Come sempre lo spirito di Rem Koolhaas aleggia (o incombe, meglio) anche quando non c’è, e quindi sarà teletrasmesso, insieme ad altre archistar del suo rango.

Giovedì 8 e venerdì 9, alle 10:00, partiranno i tour architettonici Vesparch, guidati da Boeri e da Zucchi.