Da Buenos Aires a Minus. Un altro adepto minimal del buon Richie. Giovane e scaltro. Il Bunker si trasforma nel circo degli inganni, il suono di un coma e mi vedo voi lì, a ingoiare i suoi bassi per lasciarli a un millimetro dallo sterno. Vi vedo vibrare incessantemente, fino al collasso del vostro petto, allo sfregio delle prospettive. Come pietre sul parabrezza. Per un attimo non è più estate, non è più niente, è una dimensione, una ricerca sofisticata dell’eccesso minimale, della destrutturazione. Siete tutti coinvolti, lasciate i cervelli a casa, portate solo il cuore. E lo sterno.
Scritto da Le lunghe ciglia di Agata