Prima di entrare all’interno dell’antica chiesa di San Lorenzo, oggi ribattezzata in Ocean Space, spazio espositivo e performativo, siamo accolti dall’installazione intitolata “When above…”. Una striscia di led luminosi, posta a 3,5 metri d’altezza sulla facciata, ci indica l’innalzamento del livello del mare stimato per fine secolo e richiama l’attenzione sulla vulnerabilità degli oceani oltre che delle popolazioni dipendenti dal loro benessere. Varcata la porta d’ingresso ci troviamo immersi in una geografia multimediale composta da 30 schermi in movimento a grandezza umana: Territorial Agency: Oceans in Transformation, secondo progetto espositivo dopo il debutto a Venezia del 2019 della Thyssen-Bornemisza Art Contemporary con Joan Jonas e la sua Moving Off the Land II, è la nuova mostra curata da Daniela Zyman in programma dal 27 agosto al 29 novembre. Qui convergono tre anni di ricerca sullo stato degli oceani, frutto collaborazione tra TBA-21 Academy e Territorial Agency.
Oceans in Transformation, nel mostrare quanto ancora frammentata e incoerente sia la conoscenza degli oceani, lancia un invito a collaborare e ripensare insieme come salvaguardarli, proprio ora che l’impronta delle attività umane sulla terra è così evidente. L’immagine dell’Antropocene presentata sugli schermi e la corale installazione sonora che raccoglie frequenze di campionamenti effettuati tramite una rete d’infrasuoni e sensori sismici della CTBTO a proposito dell’attività terrestre, dimostrano come la nostra specie sia a tutti gli effetti una forza geofisica su scala planetaria. L’intenzione principale di Oceans in Transformation è far emergere una consapevolezza ambientale che possa invogliare l’uomo a cambiare abitudini e pensieri, per una nuova ecologia.
All’interno della chiesa, la disposizione immersiva e dichiaratamente non gerarchica degli elementi si rifà alla volontà di ricreare uno spazio di discussione in cui arte e scienza possano dialogare spontaneamente, arricchendosi l’una con l’altra. Tra le tante attività collaterali alla mostra non possiamo non ricordare l’esperienza di Nowtilus, un interessante serie di podcast (e oltre) dedicate specificatamente alla realtà veneziana, curato da Alice Ongaro Sartori ed Enrico Bettinello. La mostra ha lo scopo, infine, di sviluppare una rete di ricerca interdisciplinare e globale per trovare, grazie ad uno sguardo innovativo e originale, una soluzione alla devastazione del cambiamento climatico.
Scritto da Eleonora De Beni