“Ho paura che se mi tocchi mi frantumerò in migliaia di pezzi”. Vi è mai capitato di pensarlo? È un’allegoria che spesso si utilizza nei momenti di maggiore fragilità emotiva. Ma c’è anche chi lo vive davvero, perché affetto da Glass Delusion, un disturbo psichiatrico che fa credere a chi ne è afflitto di essere fatto realmente di vetro e quindi sempre a rischio di potersi frantumare. La mostra A Form of Delusion dell’artista Christian Fogarolli alla Galleria Alberta Pane (dal 12 febbraio al 2 aprile) si ispira a questo disagio, diffusosi in Europa soprattutto tra il XV e XIX secolo.
Utilizzando diversi media e seguendo un approccio multidisciplinare (dalle scienze naturali, alla ricerca medica, psicologica, psichiatrica e antropologica), Fogarolli fa di questa sindrome un’allegoria del presente, segnato da rivolgimenti culturali e tormentato dalla cronaca quotidiana. Le opere evocano la fragilità che in ogni tempo affligge l’essere umano, la precarietà che costantemente lo segna.
La mostra è una volta ancora un suo personale elogio della follia (esplicito riferimento al saggio di Erasmo Da Rotterdam). È costante nella ricerca di Fogarolli l’indagine dei concetti di devianza e normalità, egli scende sin nei meandri dell’intelletto umano, soprattutto in quello degli umani “scomodi” degli ospedali psichiatrici e dei centri di cura. In A Form of Delusion l’elogio si manifesta attraverso installazioni (tra cui un corpo realizzato in vetro), composizioni plastico – fotografiche e immagini del cervello dell’artista.
Le opere sono state create appositamente per la galleria veneziana, la mostra è curata da Pier Paolo Pancotto. Giorni e orari della mostra: dal martedì al sabato, dalle 10.30 alle 18.30
Scritto da Samantha Chia