La ricerca di Luigi Mainolfi, da oltre quattro decenni, traccia un percorso delineando una riflessione sui fondamenti e le complessità della pratica scultorea, sulle sue implicazioni profonde e la sua urgenza.
Una traiettoria, quella di Mainolfi, messa chiaramente in evidenza dalle opere presentate in questa personale alla Galleria De’ Foscherari, a partire da quella che dà il titolo alla mostra. Etna– polittico in terracotta realizzato lo scorso anno – è il tassello più recente di una ricerca sul tema del paesaggio che va avanti ormai da diversi anni, sempre in divenire e mai davvero conclusa. Riflettere sul paesaggio, per l’artista, ha poco a che vedere con questioni stilistiche o tematiche ed è cruciale, invece, per almeno altre due ragioni. La prima – e forse la più importante – consiste nell’intenzione di considerare la natura non come un mero oggetto del nostro sguardo o delle nostre azioni, ma come organismo vitale.
Una seconda ragione di questo interesse dell’artista per i paesaggi è data dalla possibilità di realizzare sculture fortemente “pittoriche”.
L’importanza dell’utilizzo della terracotta per l’artista si conferma in altre due opere in mostra. Gli oggetti disposti in vetrina, di piccole dimensioni e forme tondeggianti e oblunghe, sembrano far parte di un singolare universo vegetale.
Scritto da LR