Nei giorni dell’anteprima della Biennale arte, Venezia è invasa da mostre, eventi, concerti, feste e messe in scena. E come ogni anno, anche per questa edizione vale la pena cercare tra guide, calle e calendari il progetto che la serie 3 Easy Pieces di Lab’Bel – il Laboratorio Artistico del Gruppo Bel, colosso francese del formaggio – porta in laguna: dopo le orchestre dei caffè di Piazza San Marco fatte suonare all’unisono da Michael Staab nel 2017, l’ultima volta eravamo rimasti incantati a cercare ponti, cartoline, carte di pasticceria e gelati al gusto di Mar Adriatico (dal compianto Carlo Pistacchi) grazie a David Horvitz.
Quest’anno tocca invece ad Ariane Michel confrontarsi con la città. A cura di Silvia Guerra, il suo commovente cine-concerto Il Concerto dell’acqua prosegue su questa linea anticonformista, in dialogo attento con Venezia e con chi la abita. Un film che riprende, letteralmente a volo d’uccello, l’acqua, seguendo i passi dell’artista a partire dal ghiacciaio del Monte Bianco fino alla laguna. Queste immagini in movimento vengono proiettate ad ogni concerto in dialogo con un gruppo di musicisti che, con la voce, strumenti e oggetti recuperati proprio dalla laguna, riproducono i suoni dell’acqua, in tutti i suoi stati e le sue fasi.
“Per me la cosa più importante in questo progetto, così come in tutta la serie, è la connessione profonda con la città di Venezia”, ci racconta la curatrice Silvia Guerra, “con persone che adottano la città per qualche anno, per una vita o un periodo che comunque plasma la loro esistenza. Il progetto di Ariane coinvolge al suo interno un dialogo tra gli stati dell’acqua, le bocche e le mani che toccano gli oggetti. Queste bocche vivono in questa città, e richiamano un futuro prossimo in cui la natura sarà probabilmente solo una parola”.
Un progetto in fieri, in continuità, dai tempi lunghi e dalla dimensione corale, che Ariane Michel coordina e dirige, tra le piazze e i palazzi di Venezia: “Il progetto è iniziato quando è terminato quello di David Horvitz” continua la curatrice, “Ariane è venuta a vedere l’ultima rappresentazione alla Scuola Grande di San Rocco con tutti i ragazzi e i loro amici a novembre, siamo stati insieme durante la terribile acqua alta del 2019 e siamo andati insieme alla Fenice a vedere un’opera: il luogo e il suono sono stati scelti in modo incosciente. A volte produciamo tante teorie sul mondo dell’arte, forse dovremmo essere più attenti ai sentimenti e instaurare dialoghi in qualche modo già avviati, ma che necessitano di tempo per svilupparsi”.
Lo studio aperto in Campo San Fantin (si può osservare dall’esterno 24 ore su 24) intanto è dedicato alle prove e ai lavori, mentre una serie di luoghi speciali ospiteranno i concerti. Prossimi appuntamenti da segnare in agenda il 25 giugno e il 25 e 26 novembre, luoghi e orari saranno annunciati sul sito e sull’account Instagram ufficiale, ma intanto ogni sera al tramonto, fino al 25 agosto, potrete passare a seguire i lavori all’Officina dell’Acqua, proprio di fronte al Teatro La Fenice.
Scritto da Marco Scotti