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gio 29.09 2022 – sab 01.10 2022

Desertions, with Enzo Mari in America

Quando

giovedì 29 settembre 2022 – sabato 01 ottobre 2022

Quanto

free

Per tre giorni a Fondazione ICA sarà possibile vedere il video Desertions, with Enzo Mari in America, il risultato di un viaggio intrapreso nel 2007 da Giovanna Silva e Gianluigi Ricuperati con il grandissimo Enzo Mari realizzato in collaborazione con Studio Mare.

Cosa diserta il deserto, o chi diserta nei deserti?

Se dal titolo si capisce già bene come i luoghi di questo viaggio siano i deserti, quegli lunghi spazi desolati della wilderness americana, dalla California al Nevada da Los Angeles a Las Vegas dove lo sguardo si perde e l’animo divaga negli spazi incolti, tra miraggi e orizzonti sterminati. Spazi vuoti dei deserti che covano putrelle annegate dalla ruggine, rottami d’aeroplani, lattine e screziature di cieli infiniti, come se fosse la scena di un libro di De Lillo, con tutto quanto si può buttare assieme a quello che non può essere mai consumato appieno.

Ma qui la parola che titola il video è ambigua: desertion ricorda sì gli spazi della desolazione per eccellenza ma in fondo ha come senso la diserzione. Cosa diserta il deserto, o chi diserta nei deserti? Questione succosa da scioglilingua.

La diserzione di un segmento di progettualità che vuole le cose in ex-novo.

Il viaggio di un Mari senza patente, cocciuto e severo, trova nei deserti quella operazione a metà tra l’attitudine scavenger di una gazzaladra o di un sopravvissuto, con una potenza divagatrice da bambino, del saper vedere ovunque un qualcosa, un volto, una gamba di un tavolo, una seduta, un animale e pressoché tutto fino, oppure letteralmente da stregone. E quest’ultima suona particolarmente stramba considerando il “personaggio” Mari, perché come tutti sanno quei tanti modi di battere un chiodo hanno dietro loro una spinta rossa furente da falegname marxiano, hanno dietro l’arrabbiatura dell’intellettuale, il relativismo del filosofo ligneo, la lotta politica e di classe di un militante.

Insomma, Mari qui sembra fare la magia duchampiana del ready-made: riflette sulle forme e i resti che il deserto offre per adeguarle a una funzione, a una sensazione, per riuscire a trovare sempre qualcosa piuttosto che niente. Nei deserti Mari pare che cerchi la diserzione di un segmento di progettualità che vuole le cose in ex-novo, che non vede ciò che si dà allo sguardo come forma potenzialmente in prestito, appropriata, per qualche oggetto. È un altro modo di fare design che comincia da una diserzione sul design.

 

 

Scritto da Piergiorgio Caserini