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ven 19.05 2023 – dom 21.05 2023

Ilva Football Club

Dove

Campo Teatrale
Via Cambiasi 10, 20131 Milano

Quando

venerdì 19 maggio 2023 – domenica 21 maggio 2023

Quanto

€ 16/12

Contatti

Sito web

C’era una volta un campo da calcio, in una zona della periferia di Taranto, vicino a una fabbrica, enorme, che fa ombra sulle case della città. L’aria che si respira è pesante, non è facile vivere lì ma ci si abitua e, pian piano, quella polvere sottile che invade il campo e il quartiere diventa l’abitudine, un upside down costante e reale dove lentamente ci si dimentica che prima non era così.

L’iconografia dell’industria, del progresso, della rappresentazione del lavoro operaio, sono foto che, come un carosello, scorrono nella mente di tutti quando si sente parlare di ILVA. Sono immagini però mute, come se la storia di quel posto appartenesse a una copertina di un album. Le parole necessarie le hanno aggiunte Usine Baug (Ermanno Pingitore, Stefano Rocco, Claudia Russo ed Emanuele Cavalcanti) e i Fratelli Maniglio (Fabio e Luca) nel loro ultimo spettacolo, Ilva Football Club, in scena a Campo Teatrale. Apparentemente l’operazione sembra semplice, parlare dell’Ilva attraverso la metafora calcistica di una squadra che ha fatto la storia sfidando la serie A. Purtroppo però la verità portata in scena è un’altra. Lo sport è un esempio e i giocatori una scusante per narrare quello che davvero è successo e succede nel quartiere Tamburi di Taranto, perché ciò che sorprende davvero è che non è una storia che appartiene al passato ma al presente. La drammaturgia è tagliente, sagace e guida il pubblico a capire, o almeno a collegare, alcuni punti che legano l’acciaieria alla Sidercalcio e infine a noi; attraverso un susseguirsi di immagini – rallenty, video, disegni creati con dei neon – e monologhi scritti dalle compagnie dopo un accurato lavoro di ricerca e di inchiesta sul posto, raccolto nei mesi precedenti al debutto. 

Avete presente quelle pentole tanto lucide e argentate nelle vostre case? La macchina appena comprata? Il coltello stile giapponese che taglia benissimo? Sapete chi e cosa permette che tutto questo sia dentro le nostre case? Semplice, il fatto che la produzione sia ancora attiva e a tal proposito l’ONU ha inserito nel 2022, in senso di condanna, la città di Taranto, tra le “zone di sacrificio” in nome del progresso, per la nostra comodità e, perché no, felicità. Lo spettacolo riapre scandali e lo fa senza che noi ce ne accorgiamo, è una storia narrata attraverso una telecronaca televisiva, dove un presentatore indossa una giacca luccicante e raccoglie gli eventi. È il racconto dei calciatori, che fisicamente giocano e dribblano sul palco, è una favola raccontata a un bambino che non arriva a vedere il goal finale, è la vicenda di una famiglia che è nata e cresciuta all’ombra dell’Ilva. Diversi livelli di narrazione si intrecciano e costruiscono un quadro complesso, discostandosi da quel teatro documentario e di narrazione che fa del palco un luogo d’inchiesta concluso e arido, ma volendo fortunatamente aprire dubbi, domande e sentimenti contrastanti, lasciando anche alcuni dati sospesi e incerti, come lo è la storia stessa, dando spazio a verità molteplici e insinuando nel pubblico il diritto alla ricerca della verità. Ancora una volta, dopo Topi, Usine Baug, questa volta insieme ai Fratelli Maniglio, creano uno spettacolo potente, un puzzle dove ogni tassello non è solo fondamentale ma è colmo di dettagli e intuizioni. Ilva Football Club nel suo futuro presentarsi al pubblico – dopo questa prima – sarà capace di accrescere il suo  dialogo e il confronto con gli spettatori, per portarli a esperire più chiaramente ciò che già ora è sul palco, ricordandoci che l’Ilva c’è ancora, è lì, immobile, mastodontica, che si staglia verso il cielo e fa ombra sul quartiere Tamburi di Taranto.

Scritto da Francesca Rigato