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ven 09.06 2023

Doña Valentina w/ DJ BABATR

Dove

Baìa Disco Club
Via Ottavio Rinuccini 7, Milano

Chi

Quando

venerdì 09 giugno 2023
H 23:00 - 03:30

Dj Babatr

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  • To-k - Radio Edit

    Dj Babatr

  • Pare de sufrir

    Dj Babatr

  • Frida Kahlo

    Dj Babatr

Courtesy of Spotify™

Arriva l’estate, la calda estate. Arriva la canicola, che fa vibrare l’asfalto e blocca i movimenti di chi è inappropriato alle estati. Arriva il momento dove sudare è d’obbligo. Arriva il momento dove si pensa a un chiringuito, alla spiaggia, alla musica e alle bevande. Ma poi quelli di Doña Valentina pensano al Chiringuito loro e via, in un secondo si è ad ascoltare la scena di clubbing latinoamericana.  Chiringuito Doña Valentina è un esperimento estivo, caldo, sudato e affollato, che mette per chiaro l’intento del nuovo progetto d’etichetta di Ismael Condoii e Franko Garrido Huguet: far ponte tra il clubbing latinoamericano, la sua storia, le sue istanze e la scena italiana e milanese che negli ultimi annoi s’è alzata liquida e danzereccia per la città. Saranno diverse le tappe e i momenti e saranno indubbiamente situazioni caldissime, con DJ radicatissimi e famosissimi, progenitori mitologici di generi e scene, che arriveranno col caldo direttamente dal Sudamerica. Il luogo deputato a diventar chiringuito non poteva che essere il Bahia: la discoteca latinoamericana a NoLo, luogo incredibile che pare un tuffo negli anni Novanta. Ed è proprio da quegli anni che quelli di Dona Valentina partono, da una piccola rivolta e rivoluzione musicale venezuelana: il Changa Tuki e la Raptor House.

Diversa ma simile alla Changa Tuki è la Raptor House, nome che fa indubbiamente più brutto. Qui arriva dj Babatr.

Il Changa tuki è un genere a ombrello, un vasto contenitore che raccoglie la musica elettronica nata nei ghetti di Caracas trent’anni fa. Tuki sta per tuki-tuki-tuki-tuki: onomatopea musicale di battiti di un miscuglio tra house ed eurodance. Diversa ma simile alla Changa Tuki è la Raptor House, nome che fa indubbiamente più brutto. Immaginate poi le minitecas, quei sound system mobili a rotelle che portavano la disco per le strade, suonando salsa, merengue e qualunque cosa possa essere ballabile. Changa compresa. Ora immaginate Caracas negli anni Novanta, e riportate quelle atmosfere che s’incontrano in un essere che si compone delle sensazioni di Brasilia, di un ruspante turbocapitalismo, dei suburbs di Cyberpunk77 e del Neuromante, insomma un’accelerazionismo sudato tra mattoni e slums umidi con tutti i crismi evidenti della forbice sociale che tocca i 150 BPM. Immaginate poi che in quegli anni Novanta il turbocapitalismo seduceva giovani ragazzi con sogni di Jordan e Nike, estetiche d’atletismi vari e di strada, e quindi vedrete capelli colorati sopra a canotte larghe, cappellini ad aletta tirati fin sopra gli occhi, Air Jordan pittate, insomma: un fenomeno culturale in ascesa che è stato un momento sociale rilevantissimo in Venezuela, mescolando reggaeton, salsa e una spolveratina emocore. Ghetto dance, e un botto di gente che danza. Da questa mescola bollente, riottosa e sociale dei ghetti di Caracas nasce il Changa Tuki, musica del barrio. E Pedro Elias Corro, aka DJ BABATR, è uno dei progenitori indiscussi del genere. Vent’anni fa ma è ancora d’avanguardia. Fa riflettere. E potete riflettere al Bahia, che lo trovate lì venerdì sera. Al caldo, alla folla, al sudore, al momento de perreo, a spaccare tutto. A flexare Las Lomas, il pezzo dedicato al suo Barrio a Nolo. Al chiringuito senza mare più bello di tutto il Nord Italia.

 

Scritto da Piergiorgio Caserini