Una delle cose che rende unici i concerti a Standards è l’intimità che si sviluppa nella fruizione del suono. Dimensione preziosa, capace di riproporsi anche con quegli strumenti da ci si aspetterebbe tutt’altro, come la batteria e le percussioni. Seijiro Murayama ed Enrico Malatesta hanno dedicato buona parte della loro ricerca a sviscerare le potenzialità espressive di piatti, rullante, grancassa, charleston e tamburi. E a dimostrarne l’infinità. Stasera i due percussionisti si presentano in un’improvvisazione in cui il minimalismo del primo incontra lo studio delle superfici del secondo. Un dialogo che racchiude una certezza: un’unicità circostanziata ed irripetibile.
Scritto da Inter*Face