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sab 11.11 2023

Swans + Norman Westberg

Dove

Conservatorio Giuseppe Verdi
Via Conservatorio 12, 20122 Milano

Quando

sabato 11 novembre 2023
H 20:30

Quanto

€ 34,50

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Un tempio della musica accademica accoglie un progetto fieramente anti-accademico come gli Swans (e vedremo come tale accostamento apparentemente inconciliabile non sia così assurdo). Alfieri del movimento newyorkese definito no wave (a cavallo fra gli anni 70 e 80 del secolo scorso), il loro primo album, il (molto) rumoroso e abrasivo Filth (1983), sembra l’intuizione terapeutica di uno psichiatra, sorta di art brut sonora ancora oggi (più che mai) attuale: visionaria nel suo essere elementare, ripetitiva e maniacale, commento musicale ideale per tagliare i ponti definitivamente con qualcuno. Le cronache dei concerti dell’epoca narrano di un impatto sonoro talmente violento da provocare conati di vomito in alcuni spettatori: a mio parere si tratta di una leggenda metropolitana che vuole sottolineare la radicalità della proposta e gli spettatori in questione erano semplicemente ubriachi. Ma nonostante fosse estrema, rozza, corporea, la no wave suscitò l’interesse di alcuni luminari insospettabili come Brian Eno (sua la produzione della compilation-simbolo di quella scena, “No New York”, sulla quale però gli Swans non ci sono) e Glenn Branca (ricercatore e compositore d’avanguardia “colta” che ospitò sulla propria etichetta, la Neutral, un certo numero di dischi no wave – Swans e Sonic Youth in primis – accanto a produzioni di musica classica contemporanea). Fin dagli inizi quindi, un possibile punto d’incontro fra gli Swans e il Conservatorio.

 

 

Come una rupe desertica viene modellata dal vento e dagli agenti atmosferici nel corso dei millenni, la band guidata da Michael Gira (unico membro sempre presente, gli altri musicisti che si sono avvicendati nel tempo sono un who’s who della sperimentazione degli ultimi quarant’anni) ha lentamente e inesorabilmente levigato certe asperità del proprio suono. Si è avvicinata al folk apocalittico, ha integrato strumenti acustici senza rinnegare le proprie origini: la ripetitività (l’ipnotismo più arcaico) rimane ancora la cifra stilistica essenziale. L’atmosfera cupa, l’assenza di qualsiasi ammiccamento commerciale, la durata estenuante dei brani rendono l’ascolto di un disco degli Swans uno sforzo di volontà non indifferente, soprattutto in tempi di disattenzione forzata come questi. Gira ha dichiarato a proposito del recente “Beggar”, composto durante il lockdown, che potrebbe essere l’ultimo album degli Swans e che ora si sente “piuttosto ottimista”. Per poi spiazzare affermando che il suo colore preferito è il rosa e facendosi ritrarre sul manifesto del tour nei panni di un barboncino (rosa). In apertura l’ex-Swans Norman Westberg col suo progetto solista ambient-drone. 

P.S. Ora che ci penso: Swans significa “cigni” e al Conservatorio in fatto di cigni dovrebbero saperla lunga.

Scritto da Andrea Cazzani