La sevdah – o Sevdalinka, NdR – è una musica tipicamente bosniaca: canzoni d’amore, testimonianze di un’epoca passata, folklore che trasporta con sé un genere di nostalgia intraducibile. C’è chi dice abbia radici comuni con la saudade portoghese, avvicinandosi al fado.

Per alcuni viene dalla parola turca “sevda”, che significa amore; per altri da “soda”, che in persiano si può tradurre con malinconia; per altri ancora dall’arabo, “sawda”, bile nera. Proprio questo mix di emozioni è al centro dell’album dei Mombao, “Sevdah” (non per caso). Canti dal sapore folklorico antico, ritmi tribali, sonorità elettroniche che richiamano antichi strumenti balcanici e rock contemporaneo ci trasportano in un mondo altro, deformato da distorsioni di suoni e voci – vedi “rasti”, il primo pezzo.

I Mombao, duo formato da Damon Arabsolgar e Anselmo Luisi, intrecciano canzoni tradizionali di diverse culture con una base rock-elettronica. Stanno costruendo un percorso di un’identità unica,  il cui seme, piantato con l’uscita dei due singoli “Toi Pa” e e “la Cura” nel 2021, sboccia definitivamente con l’album del 2023. 

Nei live, coi corpi coperti di argilla e pitture, suonano in mezzo alla sala lontani dal palco, dando vita a un rituale mistico techno/punk in cui il pubblico passa da stati di concentrazione e ascolto a danze liberatorie, quasi a voler richiamare la trance tipica di rituali antichi. Il loro show va molto al di là del concerto. La penna di Paolo Cerruto descrive precisamente il punto: “inconsciamente chi ascolta capisce di essere testimone di una vera esperienza musicale”.

Quando entrerete nella saletta dell’Arci BIKO il 2 Febbraio lasciate che il suono e il movimento vi avvolgano e prendano il sopravvento. Vi troverete a viaggiare tra una moltitudine di stati emotivi tra amore, malinconia, e sprazzi di bile nera.