In un’intervista a Chiara Camoni, lei dice questa cosa: “C’è un momento nella vita di una donna, in cui la parola di un’altra donna all’improvviso conta tantissimo, più di prima; diventa più densa e significante”. La leggo e mi sento vista, perché per me lei è stata la prima donna artista italiana di cui mi è arrivata la voce forte e chiara. Credo che il primo incontro con il suo lavoro sia stato a una fiera, passeggiavo accigliata per gli stand e mi sono bloccata, chiamata da quella voce sorella che, senza suono, vibrava dalle sue sculture. La materia, le anime dei fiori, le forme organiche, tutto è sempre stato qualcosa che conoscevo bene e che finalmente vedevo elevato nel posto giusto: l’arte. Finalmente donna. Nella spontanea delicatezza del suo lavoro trovo il coraggio di chi rispetta la semplicità, di chi non ha bisogno di sovra-strutturare perché le cose del mondo si bastano: se ascoltate racchiudono infinite storie. Sono sicura che di queste risuonerà lo Shed di Pirelli Hangar Bicocca, nella mostra di Chiara Camoni dal poetico titolo Chiamare a raduno. Sorelle. Falene e Fiammelle. Ossa di leonesse, pietre e serpentesse. A cura di Lucia Aspesi e Fiammetta Griccioli.
Saremo tutte insieme e saremo sorelle.
Scritto da AP