L’espressione “Boston Marriage”, che naturalmente ci riporta alla mente il romanzo “The Bostonians” di Henry James (1886), era in uso nel New England per alludere a una convivenza, molto spesso con risvolti sentimentali, tra donne economicamente indipendenti da uomini.
In questo salone vittoriano troviamo due donne (e una cameriera) che sembrano amabilmente conversare tra loro. L’apparenza, si sa, a volte inganna e in questo caso basta molto poco per capire che ciò che sembra in realtà non è affatto e, tra battute ciniche e cattiveria che trasuda dalla compostezza dei luoghi e delle immagini, verremo travolti in un gioco volto a sovvertire ogni nostra convenzione sull’amore.
Il testo magistrale di Mamet (tra l’altro sceneggiatore de “Il postino suona sempre due volte” e “The Untouchables”) risale al 1999 e, se poteva apparire anticonformista allora, conferma, nonostante i tempi e le repliche, una forza vitale ed una maestria nell’uso delle parole che trovano nelle tre interpreti una nuova vita e forma per travolgere lo spettatore.
Scritto da Andrea Di Corrado