Ad could not be loaded.

ven 26.01 2024 – dom 28.01 2024

Cronache dalla fine dell'impero

Dove

ZAM Zona Autonoma Milano
Via Sant'Abbondio 10, Milano

Quando

venerdì 26 gennaio 2024 – domenica 28 gennaio 2024

Quanto

free

Non poteva titolarsi meglio la prima edizione del festival di Meltemi, con la direzione culturale di Clarissa Greta Gibella in collaborazione con ZAM (Zona Autonoma Milano): Cronache dalla fine dell’impero

D’altronde e a ben vedere gli ultimi decenni e in particolare gli ultimi anni sono stati punteggiati da guerre e guerriglie, lontane e vicine, con quel quanta di accelerazione che pare faccia correre la storia a grandi falcate, ampie quel tanto che basta per sentire con sempre maggior certezza l’eventualità dello schianto, dell’accidente. Prendiamo due amici-maestri, che ci sembrano ben legati al clima presente: Marc Augé e Paul Virilio. Il primo parlava di surmodernità proprio in termini di eccesso e accelerazione, indicando non tanto le slavine di eventi date da una globalizzazione sempre più virulenta, ma le valanghe di eventi rimarchevoli, che riarticolano puntualmente e immancabilmente l’intessitura sociopolitica, economica e culturale globale. Il secondo ebbe l’intuizione di pensare alla centralità della nozione di velocità nell’articolazione dell’esperienza quotidiana, politica, comunicativa e urbana, a partire dalla compressione assoluta dello spazio: tutto accade ovunque, le città sono “claustropolis” e in tal caso la guerra del futuro, scriveva, non potrà che essere una guerra perpetua, frammentata e necessariamente globale, affollata e votata tanto alle bombe quanto alle strategie di comunicazione e alle psy-op endogene, in un clima costante di disastro, iperriflessività e sopravvivenza.

La fine dell’impero è anche quel momento in cui i nodi vengono al pettine.

Va da sé che tra l’11/09, le crisi del 2007/2008, gli isolazionismi rampanti, la pandemia globale, la guerra russo-ucraina, il genocidio palestinese in atto e il recente sabotaggio houthi al canale di Suez, il crollo dell’impero si fa sentire. Laddove a crollare non è necessariamente un sistema, ma prima di tutto l’etica e l’ideale su cui il sistema in questione si fonda e s’è strutturato. Del crollo, del tramonto, della fine dell’Occidente se ne parla da parecchio, ma una cosa chiara oggi è il cambiamento dei sistemi globali sta andando verso un multipolarismo poco sereno.

Ma la fine dell’impero è anche quel momento in cui i nodi vengono al pettine, dove le istanze di autodeterminazione dei popoli e delle minoranze, cosiddette soltanto per merito di altre supposte maggioranze, emergono con più forza. Ed è lì che si possono allungare orizzonti di senso e immaginari altrimenti posizionati rispetto allo stato attuale delle cose. Il festival è una tre giorni di letture, incontri, dibattiti e musica organizzate da Meltemi, editore che privilegia le posture di sapere radicali, quelle che, per intenderci, rintracciano quelle traiettorie capaci di fare critica del quotidiano – adottando un lemma felice della filosofia tedesca del tardo Novecento.

Tre giorni di letture, incontri, dibattiti e musica organizzate da Meltemi, editore che privilegia le posture di sapere radicali, quelle che, per intenderci, rintracciano quelle traiettorie capaci di fare critica del quotidiano.

Né è un ottimo esempio il dialogo attorno ad Hyperpolis, veloce pamphlet scritto a quattro mani da Serge Latouche e Marcello Faletra, che sarà presentato da Andrea Staid (direttore della collana Biblioteca/antropologia) con Alessandro Mantovani e il collettivo Zam stesso. Il libro verte su temi sotto gli occhi di tutti: la produzione culturale come strategia e meccanismo d’insediamento del capitalismo, soprattutto in ambito urbano, con le conseguenti crisi abitative, di spazio pubblico e di qualità di vita.

Se la crisi urbana fatica a trovare risposte collettive condivise e praticabili, indicando quella che a conti fatti pare – per l’appunto – una crisi di civiltà, d’impero, non poteva mancare un approfondimento su un’autrice particolarmente cara a Meltemi, con Cantiere, Rahel Sereke e Carlotta Cossutta: bell hooks. Cara perché la hooks s’impegnò per non scegliere tra una lotta e l’altra, tra transfemminismo e anticolonialismo, ma per riconoscere piuttosto la loro compresenza e l’accerchiamento dell’oppressione sull’esistenza, ragion per cui il lavoro della hooks ha una brillante postura pedagogica militante, quasi nello stile degli anarchici primonovecenteschi. Basti pensare alla trilogia sull’educazione o al recente Sentirsi a casa, una poeticissima rassegna della propria esistenza in funzione del luogo, del paesaggio e dell’esercizio etico e comunitario che ne deriva.

Particolarmente importante è poi la presenza di Somdeep Sen, antropologo e professore alla Roskilde University, e autore di Decolonizzare la Palestina. Hamas tra anticolonialismo e postcolonialismo. Un libro frutto di una ricerca di campo durata diversi anni (cominciata nel 2014 a Gaza) per comprendere il posizionamento cangiante di Hamas all’interno del colonialismo insediativo israeliano e dell’embargo: da un lato un’entità postcoloniale e governativa, eletta, dall’altro anticoloniale e impegnata nella lotta armata di liberazione.

Ottima partenza ci sembra per il primo festival di Meltemi, che porta anche il venerdì sera Kays Zriba (aka dj Beshkewa) da Roma in b2b con Rabii Brahim, fondatore di Milano Mediterranea e Corps Citoyen, nonché parte degli Addict Ameba e resident di quei matti dell’Armonika Party.

 

Venerdì 26 gennaio

  • ore 18:00 Introduzione a cura di Meltemi
  • ore 18:30 Mouvma! Tunisia tra arti e rivolte con Anna Serlenga, Laila Ghassan e Rabii Brahim
  • ore 20:30 DJ set a cura di Milano Mediterranea con DJ Beshkewa e Rabii Brahim

Sabato 27 gennaio

  • ore 11:00 Il Leviatano dai piedi di argilla. Una riflessione sul Covid-19, con Cristiano Codagnone e Stefano Bracaletti
  • ore 12:30 Femminismi contro, con Elvira Vannini e Collettivo Zam
  • ore 15:30 Hyperpolis, con Andrea Staid, Alessandro Mantovani e Collettivo Zam
  • ore 17:30 Decolonizzare la Palestina, con Somdeep Sen e West Climbing Bank
  • ore 18:00 Notti tossiche, con Enrico Petrilli e Collettivo Zam
  • ore 20:00 bell hooks a cura di Cantiere, con Rahel Sereke, Carlotta Cossutta e Cantiere

Domenica 28 gennaio

  • ore 11:30 Tecnologie del dominio: Simone Browne, Alexander R. Galloway, Bernard Stiegler, con Ippolita e Rosella Corda
  • ore 12:00 Il malinteso della bellezza, con Sara Patrone e Collettivo DeGenerAzione
  • ore 15:00 La scelta della guerra civile, con Max Guareschi, Vittorio Morfino e Andrea Fumagalli
  • ore 17:00 Cartografie radicali, con Lorenza Pignatti e Ippolita

 

Scritto da Piergiorgio Caserini