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gio 23.01 2025 – mer 12.03 2025

Sara Basta - "Tesoro carissimo"

Dove

IUNO
Via Ennio Quirino Visconti 55, Roma

Quando

giovedì 23 gennaio 2025 – mercoledì 12 marzo 2025

Quanto

free

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Volendo vedere le cose dall’altro, una delle trame principali che riguarda la vita di ogni singola persona è quella che porta, nel tempo, all’accettazione della perdita, di qualsiasi tipo essa sia. Un’accettazione – che in realtà non è mai fino in fondo totale – della finitezza delle cose, del limite e della necessità di abbracciare tutto quello che c’è al suo interno.

La perdita, oltre che accettata, può anche essere limitata e rallentata. Attraverso i ricordi ad esempio. Proprio questo è il punto di partenza del lavoro di Sara Basta presentato negli spazi di IUNO. Su di un tavolo in marmo al centro della sala espositiva ci sono foto in bianco e nero, frutti, piccoli giocattoli, pietre e conchiglie; sulle pareti dipinti di mani, di dolci e ancora di frutti: frammenti (auto)biografici che sorreggono la trama di una corrispondenza epistolare fittizia tra l’artista e Virginia Woolf, nella quale viene indagato il tema dell’amicizia. Relazione capace di generare sentimenti contrastanti, tanto gioiosi quanto dolorosi, derivanti da legami viscerali, spesso però destinati a spezzarsi o affievolirsi per l’incombere del tempo e dei mutamenti che la vita impone.

In un video realizzato in collaborazione con Mariana Ferratto, in cui quattro intrecciano e annodano altrettante corde rosse, mentre delle voci femminili esprimono considerazioni sul tema, l’amicizia viene affrontata anche da una prospettiva “politica”: l’essere in due come primo elemento di costruzione di una comunità e di una polis più ampia, che nel riconoscimento dell’altro pone le fondamenta del vivere condiviso – e, nella perdita, il crollo. Proprio intorno a questo binomio IUNO ha sviluppato anche un piccolo public programmo fatto di due incontri: con Lara Conte il 21 febbraio alle 18:30, con il collettivo The Glorious Mothers il 12 marzo alle 18:30, data di chiusura della mostra.

Scritto da Nicola Gerundino