Non posso comprendere ciò che il deserto è e fa a chi ci vive attraverso perché l’unica volta che l’ho visto è stato dal finestrino di un treno in Marocco, era l’alba, e il rosso infuocato del sole copriva le dune di oro. Ma quello che ricordo è che tutte le città che lo circondano, lo evocano e lo vivono in ogni spazio, perché la sabbia è ovunque: persino Casablanca ne è cosparsa. Un paesaggio così potente, tanto da volare e insinuarsi a chilometri di distanza è, per Claudia Castellucci – artista visiva e performer – e la sua Compagnia Mòra, il fulcro dello spettacolo Sahara, una riflessione sull’essere soli col proprio corpo e la propria ombra, in una distesa dorata.
Scritto da Francesca Rigato