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mer 30.03 2016

Le origini di un'estetica senza tempo

Dove

Armani Silos
Via Bergognone 40, 20144 Milano

Quando

mercoledì 30 marzo 2016
H 20:15

Quanto

gratis su prenotaz. (02.9163 0010)

Seconda rassegna cinematografica ospitata negli spazi di Armani/Silos. Le pellicole, selezionate personalmente da Giorgio Armani, evidenziano il forte legame con il cinema e con i film che più lo hanno colpito, influendo sulla sua formazione. Oggi proiezione di “Notorious”, 1946, di Alfred Hitchcock, in lingua originale con sottotitoli in italiano.

Hitchcock. Ricetta infallibile. Firma inconfondibile. É abbastanza evidente perché questo film abbia affascinato Giorgio Armani (ah, la pellicola è stasera in visione al Silos): fra le altre cose, Armani è stato fra i migliori a reinterpretare gli anni 40. Almeno quanto Fritz Lang è stato fra i migliori a immaginare il futuro con Metropolis… sempre mi concediate l’ossimoro temporale fra i due geni immaginifici e generativi.
È straordinario come Cary Grant potrebbe essere firmato Giorgio Armani per tutto il film… pure la Bergman, se non fosse per quei due paia di scarpe e di mise sbagliate, inutilmente polverose, che Armani non avrebbe mai pensato se i costumi fossero stati i suoi. La cosa è talmente palese che per rendere l’idea dello stile (quasi) impeccabile di Notorius potremmo anche dire che la Bergman e Grant sono “così Armani in questo film”. Appunto, un Hitchcock classico, con il sempiterno saggio sulla tensione generata dal pericolo incombente, che non esplode mai subito, ma subito aleggia nell’aria; tutto concentrato negli sguardi, negli occhi, nelle pause, nei sospesi e nei sottintesi delle battute. Tutto così retorico da risultare credibile, ancora oggi.
Sono un ottimo film e un’ottima interpretazione perché capaci di portarti in una storia e fartela sentire come fossi lì anche tu, immerso in un pericoloso affare di spie in cui, come Hitchcock insegna, non si vede una goccia di niente che non sia champagne e la morte coincide con la drammatica, semplice e silenziosa scomparsa di un personaggio.
Devo ammetterlo, adoro i film con le spie. Gli attori che recitano il ruolo della spia in quanto tali possono essere almeno tre cose diverse. Del tipo eravamo io, lui e lei, eravamo in sei (cit. Corrado Cambiaghi). Lui sembra freddo, ossequioso ma intraprendente. Lei fredda lo è davvero, ma insieme romantica – il che è tutto dire della Bergman – e determinata come Giovanna d’Arco. Corre il 1946, sembrano di barricate diverse, si innamorano come Romeo e Giulietta e, in effetti, rischiano grosso. Animati dall’incoscienza tubano per tutto il film come adolescenti inquieti, con dialoghi dove ogni «ti amo» è nascosto fino all’ultimo, perché quando ci si ama ci si affetta. E come sono esotiche le spie. Miami, L’Havana, Rio, la Spagna. Ah, le spie: «Non portate bagaglio, compreremo tutto all’Havana!». Ah, Hitchcock. Da griffe.

Scritto da Fabrizio Fedeli