Psichedelia subtropicale che si incolla alle orecchie, come fosse Coca Cola rovesciata su una tovaglia di plastica sotto al sole. Questo progetto di Taiwan è formato da tre fratelli, Hom Yu, Jiun Chi e 仝. Le loro influenze si ritrovano nella “musica Dianziqin”, nelle colonne sonore di videogiochi, i suoni più psichedelici, unendo queste ispirazioni al folklore taiwanese.
C’è un che di cinematico nella loro musica, ma definire il tipo di film a cui si potrebbero associare è impossibile: un cartone animato lisergico quanto un vecchio poliziesco in bianco e nero, così come un film sperimentale di quelli senza trama, solo immagini vibranti e allusioni impossibili.
Il modo in cui fondono i campioni di field recordings e gli strumenti suonati in studio è assolutamente eccezionale. Ascoltiamo senza soluzione di continuità e nulla ci sembra fuori posto, proprio perché tutto lo è. L’aria si fa umida e pesante, il monolite sonoro ci stritola con piacere e ci tiene lì con sé, dondolando da una parte all’altra.
Se c’è un posto in cui l’umidità è di casa quello è il Trenta Formiche. Questo incontro tra densità ambientali e sonore, tra Casilina e Taiwan, promette di lasciare meravigliosamente storditi tutti quanti.
Scritto da Giulio Pecci