Alla ricerca dell’equilibrio tra coreografia e improvvisazione, la Dresden Frankfurt Dance Company approda sul palco dell’Auditorium Conciliazione con ben due spettacoli (convergenti per necessità). “Undertainment” di William Forsythe e “Lisa” di Ioannis Mandafounis condividono la stessa urgenza: riscrivere le regole. Coalizzati sul mettere in scena la disobbedienza, ridefinire i corpi danzanti e, di conseguenza, lo sguardo impavido del pubblico.
Con “Undertainment” William Forsythe, uno dei coreografi più rilevanti della fine del XX secolo, torna a collaborare con la compagnia che ha contribuito a fondare. E lo fa con un intento radicale: minimizzare, al massimo, i tempi coreografati. Aspirando alla vaghezza, all’intraducibilità del moto. L’improvvisazione, di cui si serve, restituisce una scrittura illogica del movimento, un alfabeto posturale che si rinnova costantemente. Se è nel folklore che si impara a sovvertire i dettami, la spontaneità di “Undertainment” incornicia un quadro festoso dove la danza irrompe e assume le caratteristiche dell’evento.
Lo stesso vale per “Lisa”, di Ioannis Mandafounis (attuale guida della compagnia) che detronizza la partitura coreografica a favore di una miscela di materiale improvvisato. La danza, spossessata delle sue vecchie argomentazioni, concede ai corpi in scena di narrarsi, senza bisogno di mediatori. Ogni zona dello spazio ha il proprio ritmo: il linguaggio plastico della carne cerca (e trova) corrispondenza con l’universo musicale di Gabriel Fauré e i versi mesmerizzanti di Ossip Mandelstam.
I due appuntamenti della compagnia rivelano la necessità di un trasloco del corpo, la ricerca di uno schema libero.
Scritto da Jamira Colapietro