Dieci anni fa quel contagioso e conturbante inno da club che fu “Mouth to mouth” (datato 2006) pubblicato su Spectral Sound. Poi l’approdo a Ghostly Internation, label dal sound crepuscolare legata a personaggi come Recondite, Shigeto, Loscil o Tycho. Spettri, fantasmi e sussurri sembrano essere il filo conduttore di una carriera che il texano Matthew Dear aka Audion ha portato avanti un po’ nell’ombra, tra minimalismo techno e groove da dancefloor: senza grandi picchi di tensione, ma pure senza metter freno ad un potenziale creativo che forse paga l’ambiguità di sembrare sempre “altrove”. E se “Beams” (anno 2012) era uno zibaldone delle sue velleità art-pop da clubbing (immaginate il cugino introverso degli LCD Soundsystem), il nuovo disco “Alpha” – che rispolvera l’alias Audion dopo quasi una decade – è un ritorno alle sonorità più strettamente techno e microhouse, sebbene sempre meticce e distorte, in bilico tra l’imprinting funkadelico degli esordi e un motorik vampiresco dalle turbolenze assicurate. Raveon ce lo porta in città; e noi vogliamo consumare Shazam sotto cassa.