Il mio appartamento appena trasferita a NY era, strano segno del destino, a 100 metri dal leggendario Marcy Hotel. Come ogni misterioso luogo che si rispetti, anche qui di storie ne circolavano tante: ma è un hotel vero e proprio? I party sono nella hall? In realtà il Marcy non è un hotel, ma il tempio di Brooklyn della musica elettronica e Wolf + Lamb sono i suoi sacerdoti. Il duo kosher formato da Zev e Gavi, in questo strano luogo a metà strada tra un appartamento (ora ci vivono i Thugfucker) e una sala di registrazione (dell’omonima etichetta W + L), hanno messo su il circuito di party underground più figo di sempre. Su quel divano un po’ sfondato, alle cui spalle sbucano teste di cervo imbalsamate, lampadari vittoriani e glittering ball d’altri tempi, li ho visti esibirsi in tutta la loro magnificenza e spaziare tra funky, house e r’n’b con quella carica di sorrisi e spensieratezza che fa tanto Stati Uniti anni 90. È grazie a loro che questo piccolo rifugio dalla realtà si è trasformato nel “club” che ha visto alternarsi Deniz Kurtel, Nicolas Jaar, No Regular Play, Soul Clap, Voices of Black, Tanner Ross. Giù il cappello per i due ragazzi che sono riusciti a creare una factory di creatività, un luogo di pellegrinaggio per chi ama gli ambienti dove ancora ballare non esclude il socializzare. Cose che forse, dico forse, qui da noi si sono dimenticate. Anni fa Gavi disse che l’idea di suonare in posti come l’Italia, dove la techno va per la maggiore, lo rendeva nervoso. Sono bastate le loro memorabili date milanesi e soprattutto quella all’Elita Design Week Festival di qualche anno fa per farli ricredere subito. Facciamoli sentire di nuovo a casa.

MARTINA DI IORIO

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