Quanto contano gli oggetti nelle nostre vite? Nel bene e nel male, moltissimo. Possono raccontare della nostra storia personale, diventando testimoni della memoria in nostra assenza. Prendete un ritratto fotografico, il volto del protagonista è mosso, i suoi tratti illeggibili. A parlare restano il luogo e gli oggetti che lo circondano. Se a fotografare poi è Mario Cresci (sua la serie Ritratti Mossi), questi ultimi avranno sicuramente molto da dire. Per il fotografo ligure, infatti, la fotografia è sempre stata la storia di un rapporto tra noi e gli altri, tra il paesaggio e la persona che lo abita. O ancora, per dirla con Roland Barthes, tra l’io che guarda e l’oggetto guardato. Le sue immagini, un prezioso invito a guardare (meglio).
Scritto da Rosa Carnevale