Ferite negli edifici, fratture e atrofie urbane, carcasse di spazzature, aritmie paesaggistiche, scheletri di cemento: Delfino Sisto Legnani è fotografo, ma agisce con precisione chirurgica di un medico, nel tentativo di rianimare con gli scatti – se fosse mai possibile – la fredda Libia del post-Gheddafi. Le foto di grande formato e stampate su tessuto come tende diventano installazioni da Campo, articolano lo spazio e ci guidano in un viaggio documentaristico da Bengasi a Tripoli, attraversando Misurata e la regione Cirenaica, seguendo la rivoluzione del 2012. Si passa tra gli edifici governativi usati come alloggi temporanei, i grattacieli finiti e mai utilizzati, le architetture coloniali degli anni 20 e 30, fino a giungere lì dove davvero fa troppo freddo, alla casa di Gheddafi, la città nella città.
Scritto da Emiliano Zandri