È passato poco più di un anno dal primo appuntamento di Giardino Magnetico. Lo ricordiamo come tre live (Loto Retina, Babau e Les Halles & Magnétophonique) disposti in diverse stanze della Gallleriapiù. Queste tre performance hanno aperto la strada ad una serie di concerti e act diversissimi e più simili nell’attitudine che nei linguaggi utilizzati. Ad ogni appuntamento la domanda che può sorgere al partecipante è: Giardino Magnetico troverà mai la sua dimensione o continuerà a confondere e deludere la nostra illusione di aver trovato un vocabolario comune? Per ora pare di no, ancora non l’hanno trovata; cosa che fortunatamente per loro non è per il momento un punto a sfavore.
Grazie a questa costante instabilità possono succedere cose come i concerti di Donato Epiro e Luca Sigurtà nella vetrina della galleria (ho chiesto perchè e m’hanno detto che nell’altra sala c’erano i video porno modificati da Ann Hirtsh e nel frattempo Donato Epiro presentava il suo nuovo lavoro “L’origine degli uccelli”…) o l’ultimo devastante live dei Jealousy Party che ha alzato la temperatura del basement di un paio di dozzine di gradi: una odore acre di convulsione e movimento che faceva tanto stalla galattica e gli speakers che sembravano prendere fuoco. Non male per un martedì sera.
Una volta sei seduto comodo in una stanza bella grande e altre volte tutti in piedi che sennò non ci si entra. Una volta ti vedi il live dei tipi che segui da anni tipo gli Ashtray Navigations e altre volte ascolti dei tipi che non hai mai sentito nominare. Insomma non sai mai, entrando in questa bizzarria dell’arte topiaria grottesca, in che tipo di ecosistema potresti trovarti.
Per proseguire la “sagra dell’imprevedibilità” l’ultimo (?) appuntamento di GM del 2017 ospiterà i Pure Mania, gruppo del quale conosciamo poco e niente. Si sa solo che è un progetto formato nel 2016 a Basilea da Michi Zaugg, Ryan Jordan e Jamie Allen e di un video su Youtube in cui suoni e luci si alternano in maniera omicida e confusa. Insomma, non si capisce nulla ma siamo sicuri che sarà una bomba perché si portano dietro delle strobo ad altissima potenza che dovrebbe fare una certa figura (me l’ha detto uno che li ha visti al Café Oto e c’è rimasto scemo).
Prima di loro, Visio: progetto di Nicola Tirabasso che prima suonava come Nicola Tirabasso e ora pare abbia cambiato nome perché ha ottenuto un paio di macchine nuove rubate in giro ad amici che tanto non suonano.
Dopo i live c’è dj Pena che, tanto per cambiare, non abbiamo idea di chi sia. In fondo non m’importa che roba mette, ma mi fido perché può comunque vantare il nome più bello di tutti, sicuramente più di Visio.
Anche per questo dodicesimo appuntamento il giardino cresce in direzioni poco intuibili ma suggestive tra l’assurdo e l’azzardo. Finché i risultati sono nuove specie esotiche e mai viste speriamo che GM continui con la sua spontanea botanica.