C’è chi ha pensato che sarebbe stata una moda più effimera di quella delle sigarette elettroniche. C’è chi insiste che si tratti di uno stupefacente (checché ne dica la Cassazione) e chi ha pensato che la ganja fosse diventata legale; ci sono quelli a cui interessa solo che il THC sia al livello massimo consentito per la vendita, ovvero entro lo 0,6 % (l’effetto psicotropo è comunque totalmente inesistente almeno fino all’1%, state pure sereni), poi ci sono quelli che hanno cominciato a prendere l’olio di CBD al posto dello Xanax e quelli che hanno scoperto che in cucina la canapa è più super food delle bacche di goji.
Quello della vendita di cannabis light e, in generale, della riscoperta/valorizzazione della canapa come pianta nella sua interezza è un boom di cui vi abbiamo gia parlato (QUI), ed è progressivamente esploso in seguito alla legge 242 del 2016 che, dopo molti anni di insensato proibizionismo, ha dato nuovamente il via libera alla coltivazione della canapa industriale – pianta dagli innumerevoli usi, dall’alimentare al tessile – rendendo possibile la vendita di infiorescenze – ad uso ornamentale o da collezione, poiché la legislazione ha numerose zone grigie in merito – con un THC entro lo 0,6%, ma con il CBD, l’altro prezioso principio attivo senza effetti psicotropi, libero di agire con percentuali anche oltre il 20%. Da allora la “corsa all’oro verde” è proliferata con l’apertura di innumerevoli negozi dedicati alla vendita, soprattutto a Roma rispetto al resto dell’Italia, e non senza l’effetto boomerang che ne ha fatti già chiudere parecchi – perché non a norma o perché non abbastanza specializzati e conoscitori del tema per resistere alla competizione. Nel marasma difficilmente monitorabile della continua espansione e capillarità degli “hemp shop” – anche se la nomenclatura, in realtà, è molto varia – questa guida è un piccolo strumento per chi, prima di tutto, ha interesse e bisogno di informarsi. Perché se la cannabis è certamente un grande business – come ci insegnano pure i signori in giacca e cravatta del World Economic Forum di Davos e in generale tutti gli studi su ciò che sta avvenendo nei Paesi che hanno legalizzato la cannabis anche a scopo ricreativo – l’interesse e il progressivo sdoganamento della canapa come pianta è una rivoluzione culturale dalle potenzialità enormi.
Il 4:20, la giornata internazionale della cannabis che si festeggia in tutto il mondo il 20 di aprile, è il pretesto per provare a mappare i luoghi a Roma dove la canapa e le infiorescenze di cannabis light sono vendute e valorizzate con un’attenzione alla pianta non come mera “merce”, ma come risorsa preziosa, curativa e tutta da scoprire (quindi al bando i distributori automatici e la gran parte dei Franchising). Spazi unici come il Canapa Caffè – che è anche bar e ristorante “a tema”, il primo in Italia ad avere una sala adibita al consumo di cannabis terapeutica – o piccoli caffé come The Green Bag; negozi con l’approccio da “laboratorio medico” (City Farm Lab, Grammo), ma anche piccole realtà che valorizzano la canapa in tutte le sue espressioni (Canapa +, Zia Maria); luoghi storicamente importanti sul territorio (Hemporium), piccole e medie catene che hanno mantenuto comunque alta la qualità delle infiorescenze (l’apripista ZeroSei Collection, Canapando, Green Hemp). Fatevi una cultura!
Contenuto pubblicato su ZeroRoma - 2019-04-16