Papi Chulo

I ristoranti latinos di Milano

Arroz, papas, marisco e parillada: in questi locali penserete di essere in Sud America

Scritto da Martina Di Iorio il 31 luglio 2019 Aggiornato il 30 agosto 2019

Saverio ha un bar in viale Monza. In realtà si chiama Javier, ma si fa chiamare così da ormai 30 anni, quando è arrivato a Milano dall’Ecuador. Lavora giorno e notte, si sente a tutti gli effetti italiano, preferisce la pizza marinara all’arroz anche se la domenica non abbandona la sacrosanta tradizione latina di incontrarsi a casa di amici per ballare e stappare centinaia di birre. Pedro viene da Lima, io gli dico che siamo vicini di casa pensando alla fermata della rossa. Lui mi dice che non ho capito nulla, a metà tra italiano e spagnolo, che Lima è in Perù ed è la sua città natale. A Milano vive in viale Certosa. Qui si trova bene, lavora con la famiglia in un ristorante peruviano a Nolo. Una volta ho avuto il piacere di scambiare due parole dalla finestra con la famiglia venezuelana che mi abita di fronte. Lui, non conosco il nome, è un uomo grande e grosso vaga sempre a petto nudo e indossa calzoni dei Chicago Bulls tutto l’anno. Gli ho chiesto se mi poteva consigliare dei ristoranti tipici del suo paese. Mi ha risposto che è ai domiciliari da tempo, non conosce così tanto bene la zona.

Milano è piena di storie di così, vengono a galla appena si ha l’accortezza di non girare lo sguardo, di non ignorare; strisciano silenziose nel traffico della mattina, sui mezzi pubblici, dentro le stazioni delle metro, nel pianerottolo di casa. La comunità latina di Milano è numerosa: le stime del 2018 vedono in prima posizione i peruviani (arrivati negli anni 80), seguiti da Ecuador, El Salvador, Bolivia e Brasile. Sono diffusi a macchia di leopardo anche se hanno delle loro zone di elezione: lo capite quando scendete a Centrale e vi spostate fino a Loreto, Pasteur, Padova, Greco, Crescenzago, Lambrate. Passeggini, famiglie numerose, pallonate sulle vetrine, musica latina dalle finestre e dai cortili perennemente aperti.

In questa sede vogliamo farvi conoscere queste comunità attraverso una delle situazioni che più ci piace: la tavola. Come spesso accade nelle grandi migrazioni, quello che difficilmente si riesce ad abbandonare sono proprio le tradizioni culinarie. Qui non parliamo di cene estemporanee, farlocche, pettinate ed occidentalizzate; qui siamo andati alla ricerca di taverne dove uscirete puzzando di brace e di fritto, di locali con la segatura a terra per tamponare gli schizzi di unto, ristoranti e botteghe nude e crude e per questo reali. Niente tacos da 12 € alla coppia, nessun Margarita in coppa Champagne: preparatevi a chilate di arroz de marisco, polli ruspanti con patatine fritte, cocktail flambè e ceviche scenografiche.

Ci trovate dentro intere famiglie sud americane, pasteggiano con boccioni di Coca Cola, parlano rumorosi mentre i bambini corrono tra i tavoli. Non siate timidi e fate come loro: ordinate tutto il menu che arriva generoso e arrogante sulla tavola. Una cucina vasta come il territorio delle nazioni che copre e che a Milano sono rappresentate. Piatti per lo più dall’esecuzione casalinga, basi di partenza semplici come pomodoro, aglio, prezzemolo e olio, pesce alla plancha (la griglia), egemonia di pollo, calamari, riso e zuppe. Colorati, goliardici, sicuramente fuori dagli schemi e ancora poco conosciuti, questi sono i locali che abbiamo selezionato: a volte meglio, a volte peggio, qui troverete il Sud America a Milano.

Contenuto pubblicato su ZeroMilano - 2019-09-01

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