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Vermù (LOCALE CHIUSO PER CESSATA ATTIVITA')

Chiuso definitivamente

Zero qui: Brinda alla memoria di nonna

Categorie Bar Cocktail bar

Contatti

Vermù (LOCALE CHIUSO PER CESSATA ATTIVITA') Viale Bligny , 19/a
Milano

Orari

  • lunedi 18:15–01
  • martedi 18:15–01
  • mercoledi 18:15–01
  • giovedi 18:15–01
  • venerdi 18:15–01
  • sabato 18:15–01
  • domenica chiuso

Si prega di verificare sempre
l'attendibilità delle informazioni fornite.

Prezzo

C’è chi si ricordava del Vermut per quella bottiglia di Martini rosso nella credenza di nonna. Lo si sorseggiava la domenica prima di pranzo, servito freddo con ghiaccio e scorza di arancio e accompagnato da olive, cipolline e patatine.
Ora che nonna non c’è più, il Martini rosso non è più un vermut e la domenica, prima di pranzo, è già tanto se riesco a bere un bicchiere d’acqua, il vermut è tornato di moda. E alla grande: gloriosi marchi si riaffacciano sulla scena, i barman ne hanno riscoperto un fascino mai veramente tramontato – non dimentichiamoci che alcuni tra i drink più bevuti al mondo contengono questo vino aromatizzato, dall’Americano al Negroni, passando dal Martini Cocktail e il Manhattan giusto per fare qualche esempio – e più o meno giovani imprenditori si sono messi a produrre nuove etichette.
Insomma siamo in piena vermut-mania, e così i ragazzi di Gin012 – che già avevano cavalcato l’onda del gin – non si sono fatti scappare l’occasione di aprire un locale interamente dedicato a questo vino liquoroso, questa volta accompagnati dallo staff di Milano Vino (consegne a domicilio).
Piccolo e ospitale, Vermù si fa notare per una lista che vanta più di trenta etichette di vermut da assaggiare al bicchiere, oppure in cocktail classici o inventati dal bravo barman, ben disposto a raccontarvi tutto su questo fantastico prodotto. Noi siamo passati un venerdì sera a farci raccontare qualche aneddoto al bancone, provare un paio di vermut, un paio di drink e saccheggiare qualsiasi cosa avesse la forma di cibo: un’esperienza da ripetere al più presto, brindando alla memoria di nonna ovviamente.

Simone Muzza