Morgante ha aperto durante la Milano Design Week 2016 come bar segreto in collaborazione con noi di Zero. Detto che l’esperimento è stato molto divertente e che Morgante non è (purtroppo) un bar di nostra proprietà, dopo averlo vissuto e raccontato soprattutto come cocktail bar siamo passati una sera a vedere la nuova sala ristorante – dopo un solo anno infatti il locale si è allargato – e provare la cucina.
Per arrivarci basta entrare da Vicolo dei Lavandai, l’angolo più bello del Naviglio dedicato ai lavandee e rimasto praticamente immutato dalla fine dell’Ottocento, con tanto di sentiero sterrato, fossett e stalli di pietra dove si strofinavano i panni; insomma Morgante è nascosto quanto basta per non essere soggetto alle invasioni barbariche che, specie nel week end, prendono di mira questa zona della città.
L’ingresso è sempre una meraviglia: dietro il portone vi aspetta un bellissimo giardino profumato con qualche seduta per chi preferisce stare all’aperto a fumare, pomiciare e ovviamente bere. L’interno – una volta qui c’era una galleria d’arte e alle vernici si ballava tango – invece è piuttosto notturno, molto simile a un club, e impreziosito dalle atmosfere dell’artista Pino Pipoli e dall’accoglienza discreta del padrone di casa Gianfranco Morgante. Più luminosa – grazie alle vetrate che danno sul vicolo – e molto elegante la sala dedicata alla ristorazione, tutta sui toni del blu e del grigio.
Capitolo food & drink: ricerca e qualità delle materie prime soddisfano le aspettative; il menu cambia spesso ed è un viaggio nella cucina italiana contemporanea, mentre i cocktail continuano a essere il fiore all’occhiello del locale. Bravi, continuate così.
Contenuto pubblicato su ZeroMilano - 2020-03-01