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Benvenuti a Corvetto

La fiaba urbana formato quartiere

quartiere Corvetto

Scritto da Eric Fiorentino il 7 luglio 2020

Foto di Carmen Colombo

 

Il Basile disegnò il personaggio di Corvetto nel suo Pantamerone nel XVII secolo, descrivendolo come un talentoso giovane al servizio del re: uno che ruba, uccide e conquista. Come ricompensa delle sue eroiche azioni ebbe in sposa la principessa di Fiumelargo e mi piace pensare che da questa unione fiabesca nacque il quartiere Corvetto.
Sul piazzale omonimo tempo fa si affacciava la cascina Gambolòita, una dimora patrizia che probabilmente fu la casa di quella nobile coppia creata nei racconti. “La Gamboloita l’era ona veggia cassina. El sò nomm el vegn de ona veggia fameja nobela de Milan. La se trovava in sù la strada che la va de Porta Romana fina a Rogored. Al dì d’incoeu la gh’è pù (l’è in de la zona del Corvett), ma l’è restada taccada al nomm de ona via”.

foto di Carmen Colombo
foto di Carmen Colombo
Ora al posto del cascinale c’è l’Upim, e intorno molti isolati di edilizia popolare con i suoi abitanti magici che danno vita a questa zona multiculturale: inutile elencare le più di 70 etnie presenti. Alcune cascine però sono sopravvissute, una in particolare vent’anni fa venne occupata dalle suore: Nosedo. Occupata nel senso che una mattina suor Ancilla si svegliò e disse alla sua consorella: “Stanotte ho fatto un sogno. Questa cascina la occupavo io!”. Così fece, preavvisando la società proprietaria dell’immobile dell’imminente gesto. La lasciarono fare. Per i giornali diventarono le suore squatter, o le suore rom, promotrici – insieme alla comunità di quartiere – della riqualificazione della zona. Da lì oggi passa un percorso ciclabile che attraversa tutto il Parco agricolo e urbano della Vettabbia fino a Melegnano, passando per borghi, abbazie e rocche del 1300. I più coraggiosi possono continuare il cammino sulla Valle dei Monaci fino alle sponde del fiume Po, dove l’itinerario si congiunge con la Via Francigena.

Ogni luogo è caratterizzato dalle sue fiabe e dai suoi novellatori, collocate tutte all’interno della cornice di Corvetto

Tornando nel tessuto cittadino, si viene accolti dal saluto del Cristun de cement, un’altra leggenda di quartiere. Qui si trova tutto quello di cui si ha bisogno, qui si svolge la vita in ogni sua espressione quotidiana: dal mercato comunale Ferrara alla piazza “aperta” Angilberto, dalla parrocchia di Santa Rita alla bocciofila, fino al centro polifunzionale (sempre Ferrara). Ogni luogo è caratterizzato dalle sue fiabe e dai suoi novellatori, collocate tutte all’interno della cornice di Corvetto. Come quella di Giulio il fruttivendolo, di Fabrizio e la sua macelleria equina aperta nell’88, di Fulvio il rosticcerie e di Anna la pescivendola, commercianti che con la loro attività mantengono animato il mercato coperto insieme all’iniziativa Made In Corvetto, il primo dei Punti di Comunità de Lacittàintorno. Un progetto, quest’ultimo, basato su modelli innovativi: far coesistere funzioni commerciali legate al cibo con funzioni di natura culturale e aggregativa. Oggi, grazie a questa impresa, due stalli sono dedicati alla Ciclofficina e alla Cucina di Quartiere.

foto di Carolina Di Lazzaro

Dopo un torneo al campo da basket di via Ravenna, il terzo tempo si può svolgere in uno dei molti ristoranti con cucine da tutto il mondo vicine, oppure alla Pizzeria del Sole con le sue specialità al trancio o con un panozzo al Chiosco di Giacomo. Ma Corvetto resiste anche la cultura culinaria milanese: ne è un esempio Isa, una signora di origine mantovana, alla conduzione della cucina della Trattoria Casottel, un luogo mitico con un fantastico giardino per la stagione estiva.
Passeggiando per raggiungere la meta troverete degli edifici decadenti, ma dalla connotazione creativa per via dei murales colorati sulle facciate, che davano sede ai due centri sociali di zona, il Corvaccio e la Rosa Nera. Lo sgombero avvenuto nel novembre 2014 scatenò una guerriglia fatta di barricate e cassonetti della spazzatura in fiamme. Quella tenacia politica però non è andata persa, resiste nelle forti iniziative sociali che nascono grazie all’impegno di altri luoghi, come il Centro Internazionale di Quartiere, la Cooperativa sociale La Strada e il Centro Nocetum.

Le periferie di Milano in generale sono una fucina costantemente attiva di voci che cantano strofe, di solito in rima, su una base caratterizzata da un basso in quattro quarti

Dai nostri tempi pandemici nasce invece Radio Corvetto, un progetto creato dai ragazzi del quartiere che trasmette cultura, comunica notizie e informa sulle iniziative. La musica è sicuramente l’arte prediletta di questi isolati, soprattutto tra i giovani è fortemente radicata la cultura hip-hop. Le periferie di Milano in generale sono una fucina costantemente attiva di voci che cantano strofe, di solito in rima, su una base caratterizzata da un basso in quattro quarti. Come quella di Josh, il rapper autore di “Corvetto è”, brano diventato manifesto.

A sostegno di questa realtà culturale, esiste all’interno del Circolo Arci di quartiere l’Associazione Lorenzo Tartufari, giovane rapper scomparso, una sala prove e uno studio di registrazione. Simone, il tecnico del suono, accoglie ragazzi che nel dopo scuola si sfidano in freestyle poco distanti dagli sciuri che giocano a carte e ascoltano Aznavour. Queste strade sono anche meta per artisti di fama nazionale come Vacca e Amill Leonardo che hanno trovato nel Corvetto ispirazione per le proprie creazioni.

Verso notte aumentano i bpm e il quartiere si spopola a parte qualche luogo strategico, dove puoi scatenarti e ballare sotto delle casse ad alto voltaggio. Dopo la chiusura dell’amato Dude Club, a cui dobbiamo molto per quello che ha trasmesso alla cultura clubbing cittadina e nazionale, la nuova casa dell’elettronica d’avanguardia è Discosizer. Situato nel polmone est della zona è in buona compagnia dello Space25, altro locale notturno che ospita Too Long, l’after hour contraddistinto per le sue sonorità tech house. Alla conclusione della fiaba, il sorge il sole e il quartiere si ripopola.

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