Nonostante tutto noi al Lucca Comics ci siamo passati e abbiamo cercato un paio di fanze da sfogliare. Dopo un parcheggio di fortuna e una buona dose d’acqua ci dirigiamo verso la biblioteca Agorà, pensando di trovare nell’aria self un porto sicuro di inchiostri e graffette. Girando attorno al chiostro ci rendiamo conto che qui le autoproduzioni hanno alzato il tiro e che faremo fatica a trovare quello che vogliamo. L’occasione si rivela buona per rivolgerci una domanda importante: quali autoproduzioni rientrano nella categoria della fanzine? Cosa rende un’autoproduzione una fanzine? Il bianco e nero? I contenuti politici o DIY? L’impossibilità di entrare nei circuiti editoriali? Niente di tutto questo probabilmente. Ormai persi in un mare di riviste e opere artistiche dalla copertina rigida, facciamo l’unica cosa sensata: ci facciamo dare una mano dagli amici dei banchetti.
Ci soffermiamo su quello di Bauci Press, dove sul lungo tavolo notiamo alcune produzioni dell’underground italiano a noi familiari. Il ragazzo del banchetto, Samuele, ci guida tra le varie pubblicazioni e con emozione ci illustra l’ultima creazione della sua libreria di Modigliana, nell’Appennino Tosco-Emiliano. Si tratta di Human Kit, un leporello da loro serigrafato che racconta una storia praticamente inedita del fumettista Akab, padre spirituale del nuovo underground italiano, scomparso nel 2019.
Samuele è appassionato e disponibile, quindi decidiamo di fargli un paio di domande per chiarirci le idee. Gli chiediamo se girando per Lucca abbia visto qualcosa di simile a una fanza, e se piuttosto pensi che quel formato abbia a che fare con il Comics o se appartenga ad altre sfere. Dice di averne viste poche, per fortuna, aggiunge. Secondo lui la fanzine non deve necessariamente essere considerato lo spillato cheap. «La fanzine è un’attitudine. La volontà di porsi in malo modo, bestemmiando, sbraitando, tirando sampietrini contro un’editoria sempre più priva di contenuti».
Hai ragione, boia! Ma allora qual è il tuo rapporto con le fanze, con l’autoproduzione, con il mondo sotterraneo che ama i san pietrini?
«Per noi il mondo sotterraneo è un modo di tornare a fare autoproduzione dopo essere passati dall’editoria con la lettera maiuscola. Noi, in un certo senso, facciamo fanzine. Ci piace pensare di unire il DIY con l’artigianato editoriale. Ogni nostro libro è realizzato a mano, dal taglio della carta, alla stampa in serigrafia, alla rilegatura. Sicuramente sono libri con una fascia di prezzo abbastanza elevata per essere considerate fanzine pure, ma nell’animo possiamo assicurare che hanno quell’attitudine!»
E lo si vede anche solo a guardare il banchetto. Il nostro occhio viene a un certo punto attratto da una copertina in bianco e nero. Di un formato tascabile e maneggevole, ci rimanda a un mondo a noi familiare. Iniziamo quindi il viaggio sfogliando Nella Valle di Černevec, lavoro dell’artista Helpi.
Il sapore è quello di un rizoma appena strappato da sotto la terra che con una delicatezza aspra ci conduce nei luoghi profondi della nostra interiorità. Le tavole essenziali e il linguaggio gergale ci portano in viaggio verso un mondo sconosciuto ma che a tratti s’incontra con quello a noi concesso. Le storie raccontate nella valle sono plurime, anche se ha una prima lettura vengono percepite come un unicum. A pagina 9 la vicenda di un gruppo di tarli in cerca di un legno masticabile apre uno spiraglio su una finestra esistenziale nelle memorie nostalgiche di chi non riesce a trovare un posto dove stare. A pagina 15 le ipocondrie di un fungo vengono interrotte dalla fattanza di un’amanita e il loro dialogo sghembo comunica la paranoia indistinguibile di chi per la prima volta è costretto ad affrontare la vita. Il libro si conclude con la storia dei personaggi principali, Cerv ed Enec, che riemergono dalle viscere della terra stringendosi in un ballo sensuale che spinge verso quello che sembra essere un lieto fine di cui il lettore però non può sapere niente.
Anche dell’artista, Helpi, sappiamo molto poco. Solo che è italianx, vive a Bologna e non ritiene importante rivelare la sua identità. Incuriositi da quel lavoro enigmatico riusciamo a metterci in contatto e oltre a chiedere un paio di delucidazioni sul libro, chiediamo anche quale sia il suo rapporto con le autoproduzioni. Come Samuele, afferma che l’autoproduzione sia un’opportunità per chi vuole produrre libri fuori dai canoni editoriali, anche per quanto riguarda gli aspetti formali. Continua raccontando che, solo dopo anni in cui venivano chieste graphic novel che non sentiva di voler realizzare, ha capito che il valore positivo della sua produzione è nei rapporti come quello con Maledizioni, casa editrice indipendente che ha pubblicato Nella Valle di Černevec. Se vengono chieste 24 pagine di fumetto difficilmente si avrà una storia lineare, ma qualcosa che avrà un approccio ibrido: nel suo caso assomiglierà a un fumetto ma contraddistinto da un linguaggio esclusivamente visivo e frammentato. Nella Valle di Černevec nasce come una tela, un dipinto che voleva portare a una mostra da cui poi è nato l’universo del libro.
Riguardo al finale e sopratutto ai personaggi principali, Cerv e Enec, ci spiega siano i protagonisti di una storia difficile a tratti tragica, di due personalità che si desiderano ma che non potranno mai raggiungersi. Appunto all’inizio sono radicati come alberi senza avere la possibilità di spostarsi dalle loro posizioni. Il finale, al contrario di quanto pensavamo, non è tra i più lieti. I due protagonisti decidono di voltarsi uno dalla parte opposta dell’altro, cercando di non guardarsi mai più. Sotto il lago di lacrime formato da uno dei due amanti, si apre un mondo nuovo, dove due creature acquatiche riescono a stare vicino e risalire la superficie dove insieme riusciranno a fare esperienza di un altro tipo di realtà.
Visto che ci siamo, chiediamo anche quale sia una fanzine da consigliare: La crâne rouge di DoubleBob & Nicole Claude, edito dalla meravigliosa FRMK, questa la dovrebbero leggere tutt3. La storia si costruisce a partire dal dialogo grafico tra gli autori, con i personaggi spaventati e paurosi nati dalla mano di Nicole Claude gridano dal profondo, e la delicatezza di DoubleBob. I sordi giocano a saltarello, le facce urlanti sono placate dall’arrivo di un enigmatico animale domestico, le case hanno scale che non portano da nessuna parte.
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Ringraziamo Bauci Press, casa editrice indipendente fondata da Samuele Canestrari, Noemi Gurioli e Marta Ghezzi. Se non riuscite ad andarli a trovare nell’Appennino, potrete conoscerli giovedì 23 novembre all’inaugurazione della mostra di Canestrari Quando l’ho visto era illuminato presso l’Atelier Inuit di Bologna con live drawing di Samuele e suono di Laura Nomisake. Helpi di sicuro è in giro per Bologna, e se volete Nella Valle di Černevec è acquistabile da Titivil al prezzo di sei euri.
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Che Fanza! è una rubrica a cura di ABAC, membro del collettivo statunitense Roguexwriters, che prova a dare un ordine al bellissimo caos cartaceo e meta testuale contemporaneo delle fanzine proponendovi di volta in volta un paio di consigli.