Di luoghi con una storia del genere al mondo ce ne sono pochi. Si ricorda l’Harry’s Bar di Venezia, il King Cole Bar di New York, il Caffè Casoni di Firenze e ovviamente il Bar Basso, con la sua scritta al neon che troneggia su via Plinio; icona di stile, testimone impassibile di decadi trascorse a servire Negroni Sbagliato, il suo cocktail simbolo nel celebre bicchiere in formato maxi, a tutto il mondo che passava da qui.
50 anni (+1) sono trascorsi da quando Mirko Stocchetto acquistò questo angolo di Milano, precisamente il 13 ottobre 1967, portando la cultura del bere di classe nel capoluogo lombardo. La storia dei cocktail infatti va di pari passo con quella del Bar Basso e della famiglia Stocchetto, intrecciandosi anno dopo anno con le vite dei personaggi – noti e meno noti – che popolavano e popolano il suo bancone. Sul Bar Basso ne sono state scritte molte, forse mai abbastanza, perché quando si parla di miscelazione oggi non si può che tornare indietro a raccontare di come, in quel lontano ottobre, un giovane Mirko decise di riscrivere la storia del bere a Milano. E se l’occasione per ripercorrerla è il suo 50° compleanno (+ 1), non possiamo tirarci indietro.
“Quando mio padre aprì il Bar Basso c’erano ottimismo, soldi, il ’68, la controcultura, e un pubblico composto da onorevoli, banditi, poliziotti, industriali, Presidenti della Repubblica e gente comune.”
Così ci ha raccontato in un’intervista Maurizio, figlio di Mirko, che porta avanti da sempre questa stoica missione santificata al bere. Mirko in quegli anni veniva dall’esperienza dell’Harry’s Bar, il leggendario bar di Giuseppe Cipriani, quando decise di rilevare il bar dal Signor Basso, ormai stanco di questa esperienza. Nacquero la scritta al neon, il bicchierone del Negroni – da una vetreria di un cugino – e ovviamente il cocktail principe: lo Sbagliato.
“Il Negroni sbagliato nacque per errore. «È un giorno caldo, le ho fatto un Negroni più leggero» dissi al cliente. Si chiama Negroni Sbagliato»”.
Parola di Mirko Stocchetto in un’altra bellissima intervista a ZERO. Da qui partì la storia e nacquero grazie al Basso altri cocktail iconici come il Rossini, il Perseghetto, il Mangia e Bevi. Serviti con patatine e olive, rigorosamente. I milanesi così si appasionarono della miscelazione ed elessero il Bar Basso luogo d’incontro per eccellenza. Negli anni si evolse, diventa – a metà degli 80 con il grande successo di Memphis e l’accresciuto interesse per il design – meta di molti giovani designer internazionali (che sarebbero diventati famosi) come Marc Newson, Jasper Morrison, Thomas Sandell, RossLovegrove, James Irvine.
“Così il Bar Basso è diventato negli anni una casa per alcuni di loro e per molti che vengono a Milano per il Salone del Mobile.” (Maurizio Stocchetto)
Infatti non si può parlare del Bar Basso senza ricordare i numerosi desiger, artisti e fotografi che passavano di qui. Nell’aprile del 1999 un “Comitato” di questi designer, che comprende anche Stefano Giovannoni e lo stesso Maurizio Stocchetto, decise di organizzare un party al bar durante il Salone del Mobile, invitando un centinaio di amici, ma la voce corse, i telefonini squillarono, i taxi viaggiarono e alla fine arrivarono più di mille persone. Negli anni si aggiunsero Ron Arad, Alfredo Haberli, i fratelli Boroullec, Marcel Wanders, Luca Nichetto, Karim Rashid, e poi tanti altri, artisti come Maurizio Cattelan o i Gelitin, giornalisti, stilisti, gente della moda.
Il Bar Basso non è solo un bar. Il Bar Basso è la città di Milano e continua ancora oggi a descriverla attraverso il racconto corale dei personaggi che lo popolano. Il Bar Basso è fatto dalle persone che si siedono fuori, che discutono al bancone, che lo scelgono il giovedì per il rito, qui sacrosanto, dell’aperitivo. Chi lo conosce sa che oggi, come ieri, le storie dei milanesi si incontrano davanti a un Negroni Sbagliato servito dai suoi stoici camerieri. Chi viene qui difficilmente non torna, perché il Bar Basso ha la vocazione nostalgica del bar di quartiere che per qualche strana magia piace a tutti i livelli. Un filo narrativo inesauribile, un romanzo cittadino che continua a scrivere pagine. Noi di ZERO possiamo raccontarvi le nostre di storie, che lo abbiamo scelto da sempre come tempio del bere. Dalle nostre feste dove non si entrava (non per snobismo ma per capienza) e in cui venivano serviti oltre 500 Sbagliati, alle mostre con le foto dei cocktail scattate da Delfino Sisto Legnani (The Drink(er)s a cura dello studio Actant Visuelle in partnership con ZERO). La mattina ci abbiamo trovato l’idraulico che si fa il bianchetto, fascisti di fianco ai compagni, gli uomini degli anni d’oro del calcio come Maldini e Trapattoni, politici come Berlusconi, quelli di Gucci e della moda che addirittura hanno fatto sfilare il brand sulle passerelle patinate della Milano Fashion Week (vedi MSGM nella scorsa stagione). Simbolo della città e dei suoi cittadini, ieri come oggi, il Bar Basso unisce come nessun altro la sua vocazione artistica alla vita di tutti i giorni. Con estrema disinvoltura. Come ci ha raccontato Maurizio:
«Non vorrei passasse l’idea che vogliamo essere un bar di celebrità. Ci piace l’opposto. Il cliente deve essere coccolato, sentirsi come tutti gli altri. È bello mescolare le persone ma sapere che il Bar Basso è sempre la casa di tutti»
Un passato che spunta dunque costantemente nel presente di un luogo che in punta di piedi, con la classe che lo ha sempre contraddistinto, si appresta a festeggiare il suo 51° compleanno. Si invecchia con garbo e discrezione in via Plinio, e il 13 ottobre si santifica ciò che è stato e si benedice ciò che ancora questo posto può dire. Per festeggiare il compleanno del Basso, Gabriel Scott, prestigiosa azienda canadese di interior design, ha progettato un’installazione di luci Welles Glass, nella versione Long Chandelier, a misura dello spazio del locale. Un omaggio all’anniversario del Basso, quasi rivoluzionario, perché è la prima volta, dal giorno della sua apertura, che vengono inseriti elementi nuovi nell’arredamento, rimasto inalterato nel tempo.
In una data ancora da definire e annunciare (che non coinciderà con i 13 ottobre) si festeggerà il #CompleannoSbagliato del Basso. Una festa con drink code Negroni Sbagliato e sponsorizzata da Campari per scrivere un’altra pagina di questa storia lunga 50 anni.
Buon compleanno Bar Basso!
Contenuto pubblicato su ZeroMilano - 2018-10-01