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Dieci concerti da non perdere a JazzMi 2021

Artisti internazionali, progetti sperimentali e nuove proposte: i nostri consigli su questa sesta edizione per recuperare l'allenamento perduto

quartiere Isola

Scritto da Chiara Colli il 19 ottobre 2021

Foto di Federica Cicuttini

JazzMi ti rimette in forma. Jazzmi insiste col volerti rimettere in forma. A conti fatti, il festival diffuso dedicato alle numerose declinazioni del jazz è il primo appuntamento a Milano che torna a viaggiare in termini di numeri e proposte sui soliti standard, mettendo insieme oltre 200 appuntamenti in 60 spazi diversi della città: una sorta di allenamento intensivo per tornare ai ritmi pre Covid, un abbraccio alla città in cui non è l’estate la “bella stagione” che aspettiamo da un anno e mezzo, ma questo autunno che vede piano piano i concerti, gli artisti internazionali (seppur sempre in forma ridotta rispetto al solito), gli spazi anche al chiuso, le periferie e gli appuntamenti fissi dell’anno tornare al centro delle giornate, invadendo tutti gli angoli di Milano (e oltre) con suoni, grandi nomi del pop ma anche nuove proposte, laboratori e proiezioni, artisti solisti, jazz band emergenti e collaborazioni inedite. Un’energia, quella di JazzMi, che è volta non solo a dare una visione composita e sfaccettata della musica ma anche della città, da sempre peculiarità del festival: con i club storici del jazz ma anche in spazi non destinati alla musica, coinvolgendo le periferie ma anche comuni fuori Milano. Praticamente un’onda inarrestabile che riprende il suo moto lì dove era stato forzatamente interrotto lo scorso anno, quando JazzMi era uno dei pochissimi appuntamenti in città che è riuscito a resistere in qualche forma nonostante le limitazioni.

Tanti programmi nel programma che esplodono in questa sesta edizione, in cui grandi nomi, artisti emergenti, concerti gratuiti e collaborazioni speciali affiancano progetti più compositi attraverso diverse zone della città

E quindi JazzMi insiste, per citare “We Insist!”, uno dei vari “sotto filoni” – realizzati in collaborazione con l’omonima etichetta – che aggiungono ancora nuove sfumature e rafforzano la rete di collaborazioni col territorio di questa edizione: tanti programmi nel programma che letteralmente esplodono in questa sesta edizione, in cui grandi nomi, artisti emergenti, concerti gratuiti e collaborazioni speciali affiancano progetti come JazzMi Around (i concerti nei comuni fuori la città), AbbracciaMi (il progetto sulla circle line di Milano guidato dalla Mefisto Brass Band, una jazz band in bicicletta, che attraverserà numerosi quartieri e parchi cittadini), Night & Day (il ricco programma di concerti autoprodotti in spazi indipendenti della città). Quest’anno, forse ancora più dell’anno scorso, in tutta la sua capacità e volontà di articolare un programma composito, trasversale, per target e fruizioni diverse della musica live, JazzMi ha una valenza ancora simbolica rispetto al ritorno nei club, davanti ai palchi, nella condivisione e nel supporto della musica live. Quindi il consiglio, anche stavolta, è comunque quello di partecipare, curiosare, tornare a fruire della musica live e della sua energia, anche abbandonandovi al caso nelle scelte. Se poi non potete fare a meno dei nostri consigli, anche quest’anno abbiamo consultato per voi il ricchissimo programma del festival provando a scegliere i dieci concerti da non mancare, tra imperdibili “must” e proposte più sotterranee.

VENERDì 22 OTTOBRE
Paolo Angeli: 22.22 Free Radiohead (Triennale Milano Teatro, h 20:00)

Nella musica di Paolo Angeli l’avanguardia incontra la tradizione popolare: inventore della chitarra sarda preparata – strumento/orchestra a 18 corde, ibrido tra chitarra baritono, violoncello e batteria, dotato di martelletti, pedaliere, eliche a passo variabile – il musicista sardo dà forma a musiche inclassificabili, sospese tra free jazz, noise, musica di ricerca e folk. Oltre a Diario di Bordo, per JazzMi porta sul palco il progetto/album “22.22 Free Radiohead”, in cui il repertorio della band è traslato e ricomposto in un’opera aperta in cui l’improvvisazione ha un ruolo di primo piano.

VENERDì 22 OTTOBRE
Dj Gruff & Gavino Murgia (Triennale Milano Teatro, h 23:00)

Il polistrumentista Gavino Murgia (sax soprano, tenore, baritono, flauti , duduk, launeddas e canto a tenore), compositore con profonde radici nella musica sarda, in duo con i con campionamenti, basi e scratches del mitico Dj Gruff. I due artisti si incontrano nuovamente sul palco per sperimentare sonorità inedite con il progetto “Sulle Onde di Marconi”, in cui groove, musiche tradizionali, rap e scratch vengono arricchiti dal suono del Maestro Murgia.

SABATO 23 OTTOBRE
We Insist! live: Pipeline 8 (Heracles Gymnasium, h 21:00)

La giovane etichetta indipendente con base a Cernusco Sul Naviglio presenta un programma di sei concerti tra le giornate del 23 e 24 ottobre in linea con la vocazione della label, tra improvvisazione, musica di ricerca e free jazz, tutto meritevole e da scoprire. Il primo degli appuntamenti è il ritorno dei Pipeline 8 di Giancarlo Locatelli, con un nuovo capitolo dedicato al percorso composito del grande sax soprano Steve Lacy con “Prayer” (2018, We Insist! records). La formazione riunisce compagni di molte avventure, che provengono e operano in mondi musicali molto diversi tra loro: il jazz, la musica classica, l’improvvisazione radicale, il rock e l’ambient-noise sperimentale.

DOMENICA 24 OTTOBRE
Broken Shadows feat. Tim Berne (Triennale Milano Teatro, h 19:00)

Con i Broken Shadows si parte dalla storia del jazz – il quartetto americano nasce come omaggio a tre indimenticati sassofonisti: Ornette Coleman, Julius Hemphill e Dewey Redman – ma i nomi sono di quelli che hanno infiammato i palchi di mezzo mondo nell’ultimo ventennio. La sezione ritmica è quella dei Bad Plus, ovvero Reid Anderson al contrabbasso e Dave King alla batteria. Accanto a loro il sax alto di Tim Berne e il sax tenore di Chris Speed: musica dal respiro estremamente emotivo e dal ritmo contagioso, alla scoperta delle radici americane più profonde della storia del jazz.

MARTEDì 26 OTTOBRE
Keyon Harrold Quartet (Blue Note, h 20:30 + h 22:30)

L’eclettico trombettista, produttore, compositore e arrangiatore statunitense torna per JazzMi con la sua miscela avvolgente di r’n’b, jazz, soul, ma anche con incursioni nel blues e nell’hip hop, per un viaggio affascinante e a suo modo pop nella musica black – non a caso la sua tromba ha dato lustro a brani di Jay-Z, Beyoncé, Common, Erykah Badu e Lauryn Hill.

GIOVEDì 28 OTTOBRE
Yaron Herman Trio (Triennale Milano Teatro, h 20:00)

Fra tradizione jazz e avanguardia, il giovane pianista di Tel Aviv è diventato in poco tempo un riferimento per la sua generazione. Con un background fatto di musica tradizionale israeliana, musica europea, la scena jazz di Parigi, Yaron ha sviluppato uno stile senza precedenti di “composizione in tempo reale” e un guizzo d’improvvisazione energico ma a suo modo delicato e giocoso. Sul palco sarà accompagnato da Sam Minaie (contrabbasso) e Ziv Ravitz (batteria).

VENERDì 29 OTTOBRE
JazzMi Future: Simone Alessandrini Storytellers, Ze in the Clouds, Studio Murena (Teatro Filodrammatici, h 20:00)

JazzMi Future è la rassegna di tre appuntamenti (dal 20 al 30 ottobre al Teatro Filodrammatici) dedicata al jazz e alle sue contaminazioni nel presente e nel futuro. Nove concerti per gettare uno sguardo sulla scena contemporanea, tra cui l’imperdibile tripletta che vede il ritorno di Studio Murena su uno dei palchi che li ha lanciati, con la loro miscela di rap e jazz scuro ormai ben rodata anche dagli ultimi live estivi. Prima di loro il giovane sassofonista e compositore Simone Alessandrini, cresciuto ascoltando Zappa e il jazz di Coleman, con gli Storytellers, e il polistrumentista e produttore Ze in the Clouds, tra avant jazz ed elettronica.

SABATO 30 OTTOBRE
Daykoda (CasciNet, h 12:00)

Un altro dei nomi più interessanti e meno allineati del panorama contemporaneo italiano tra ricerca jazz ed elettronica si affaccia nel programma di JazzMi, con un matinée negli spazi accoglienti di CasciNet. La musica di DayKoda si caratterizza per l’alternanza di atmosfere chill-hop fortemente introspettive di scuola Brainfeeder, un’elettronica piena di break presa in prestito dai capostipiti dell’abstract hip hop ed elementi di varie tradizioni sonore, in cui ogni pezzo è lanciato verso il futuro.

SABATO 30 OTTOBRE
Moses Boyd (Triennale Milano Teatro, h 23:00)

Se non lo avete intercettato finora è assolutamente ora di andare a sentire live Moses Boyd: batterista, producer, figura centrale dell’indomita scena jazz londinese e già metà ritmica del duo Binker & Moses. Uno dei rinnovatori e delle figure chiave nell’evoluzione dell’acid jazz contemporaneo, sarà a JazzMi con la storica band al completo per presentare “Dark Matter”,album licenziato da Exodus nel 2020 che ferma la furia anche improvvisativa dei suoi live.

DOMENICA 31 OTTOBRE
Grandmaster Flash (Conservatorio di Milano – Sala Verdi, h 21:00)

Una guru, un innovatore e una leggenda della storia della black music tutta. Con il suo frullatore di rap, jazz, elettronica, ma anche funk e disco, Grandmster Flash non solo ha influenzato intere generazioni di musicisti e dj, ma ha anche contribuito a definire e plasmare la cultura hip hop, le sue contaminazioni, la sua coscienza politica come le sue declinazioni per il “grande pubblico”. Chiude la sesta edizione di JazzMi in una venue sorprendente per queste sonorità come il Conservatorio di Milano e sarà gran festa per chi potrà esserci.