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Il meglio dell’Artweek e miart 2022

Dicono che Milano sia il valore aggiunto di Milano

Scritto da Annika Pettini il 28 marzo 2022
Aggiornato il 29 marzo 2022

Steve McQueen, Courtesy l’artista, Thomas Dane Gallery e Marian Goodman Gallery

Eccoci qui, sfogliando la rubrica delle week milanesi inizia oggi, 28 marzo, l’artweek che si distende sulla settimana fino a domenica 3 in un climax di mostre, performance e miart che, a soli sei mesi dalla scorsa (affaticata) edizione, riapre le porte nella sede di Milano Fiera.
Quest’anno hanno deciso – a ragion veduta – di confermare il cambio di narrazione rispetto a tutte le altre fiere d’arte contemporanea, dove l’evento fieristico è il centro gravitazionale che adombra ogni cosa. Per Milano invece hanno scelto di raccontare una città vibrante che si spalanca all’arte e, tra le varie cose da fare/vedere, c’è anche miart. Le istituzioni la fanno da padrone, sia sul piano pubblico che su quello privato e si rilanciano con mostre e progetti che sono dei grandi punti esclamativi! Tutti molto pensati, elaborati, con nomi affermati e confermati, in modo da offrire un panorama artistico e culturale molto stabile ma forse anche un po’ statico, con tanti nomi che tornano e ritornano ma con poca fluidità e apertura verso la sperimentazione e i nuovi linguaggi che impregnano questi nostri giorni.
In ogni caso non ci tiriamo indietro e ci lanciamo nella mischia (che pian piano sta tornando a essere una bolgia!).
Qui vi abbiamo raccontato delle aperture nelle diverse gallerie e dei progetti indipendenti, mentre ora vi snoccioliamo il meglio del meglio della parte “istituzionale” dell’artweek.

Partiamo dai grandi classici: la GAM – Galleria d’Arte Moderna e il PAC – Padiglione di Arte Contemporanea, la prima con un lavoro di Elisa Sighicelli che racconta, con fotografie dal taglio poetico e privato tipico della sua ricerca, le statue conservate nei depositi del museo; mentre il PAC ospita una mostra dei toni molto più duri e diretti di Artur Zmijewski, dal titolo indicativo: Quando la paura mangia l’anima.

I loro contraltari privati, Pirelli Hangar Bicocca e Fondazione Prada, inaugurano con il tanto atteso Steve McQueen per il primo (accanto alla mostra di Anicka Yi); e un vero e proprio percorso che occupa ogni spazio espositivo della Fondazione, per il duo olandese Elmgreen&Dragset per la seconda. Colossi più che artisti, che confermano anche il ruolo internazionale delle due istituzioni.

Maurizio Cattelan, che ogni tanto ritorna e ultimamente sempre più spesso, ha scelto di donare l’opera Lullaby al comune di Milano che verrà ospitata, fino al 6 novembre quando passerà al Museo del Novecento, nel Tempio Crematorio del Cimitero Monumentale. Altre opere in spazi pubblici vengono accolte da ArtLine che si arricchisce di tre nuovi lavori di Mario Airò, Alfredo Jaar e Kiki Smith.
La programmazione continua all’aria aperta con un ciclo di performance a cura di Davide Giannella, con il supporto della Fondazione Marcelo Burlon e parte del public program di miart, dal titolo OUTPUT . I protagonisti sono Michele Rizzo e Riccardo Benassi, artisti poliedrici che portano in piazza le manifestazioni dei loro linguaggi: coreografia e musica per Rizzo e una forte trasversalità per Benassi (le performance si terranno all’Arco della Pace ma si sposteranno in Triennale in caso di pioggia).
Altro ciclo di performance, questa volta con il supporto dell’Istituto Svizzero, si tiene al Museo del Novecento (nella sempre affascinante sala Fontana) con il lavoro di Marie-Caroline Hominal dal titolo One, legata alle dinamiche e le complessità del mondo dell’arte. Museo del Novecento che sarà visitabile gratuitamente nella giornata di sabato 2 aprile grazie al contributo di Banche Generali, supporter dell’artweek e quest’anno anche portatore di un nuovo spazio dedicato alla messa in mostra di alcune opere della sua collezione a BG Art Gallery.

Un alleato instancabile della cultura milanese è la Triennale che non si sottrae a nessuna situazione e che, per l’artweek, include la performance di Panayiotou Christodoulos, Dying On Stage, e la proiezione del film Milano, che unisce i linguaggi di Yuri Ancarani e Romeo Castellucci. Oltre a tutte le altre mostre in corso, tra cui Martellate di Marcello Maloberti, ci saranno le installazioni di Aldo Rossi e Yona Friedman nel giardino della Triennale e il talk organizzato dal C2CMLN che vede Giovanna Silva e Michele Rizzo in dialogo tra loro. La prima coinvolta sempre da miart per l’installazione fotografica che accoglierà tutti gli spettatori della fiera e che si muove, con lo sguardo tipico della Silva, tra gli angoli più nascosti ma più iconici di Milano.
E qui arriviamo alla fiera vera e propria che, come sempre si posiziona nei padiglioni di Milano Fiera e che presenta 151 gallerie tra italiane e internazionali, ri-organizzate nelle tre sezioni principali: Established, Decades e Emergent.

Ma gli eventi in città sono molti e ci teniamo particolarmente a segnalarvi la Corvetto Artweek, ovvero la realtà culturale del quartiere che si è unita e attivata per far risaltare le sue dinamiche e attività. Tra loro troviamo la terza sede di Viafarini – Viafarini Work – che raccoglie laboratori, studi di artisti, performance tetrali di PHOEBE ZEITGEIST e una gran voglia di dialogo con la zona. Accanto il nuovissimo Dopo?, lo spazio dedicato al coworking e alle sinergie culturali e poi ancora Terzo Paesaggio, movimento sempre più importante per la città e per il dissolversi dei suoi confini a favore di un’apertura verso il fuori, verso la lentezza e la capacità di giudizio nel proprio quotidiano.

Insomma, se come dicono questa artweek è la manifestazione stessa di Milano, una sinfonia di strumenti ed energie che si coordinano per offrire solo il meglio al suo pubblico, vi consigliamo di fare un sacco di giri, girini, giretti, per poter dare una possibilità alla cultura di questa città o di farvi un’idea a riguardo.