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Nebula: il viaggio cosmico di Videocittà

Vi raccontiamo l'installazione nata dalla collaborazione tra Giorgio Moroder e Quiet Ensemble che accenderà lo spazio del Gazometro durante il festival

Scritto da Nicola Gerundino il 25 giugno 2024
Aggiornato il 28 giugno 2024

400.000 laser, oltre 3.000mq di superficie, 75 metri di altezza. Questi sono i numeri dell’installazione “Nebula” che sarà la firma d’autore sull’edizione 2024 di Videocittà. Dopo la luna gigante ideata e sospesa a mezz’aria dal collettivo fuse* nel 2022, e il percorso evolutivo di “Mater Terrae” tracciato da Silvia Sveta e Mace nel 2023, è arrivato il momento del viaggio dal micro al macrocosmo firmato dai Quiet Ensemble e da Giorgio Moroder, che ha realizzato le musiche (originali) di questa nuova gigantesca installazione. Il Gazometro quest’anno si trasformerà quindi in una via lattea da guardare con il naso all’insù e da attraversare sospinti dalle partiture del maestro di Ortisei. Venerdì 5 luglio l’opening alla presenza degli artisti, poi le visite fino al 7 luglio dalle 22:00 alle 03:00 di notte. Da segnarsi anche il talk a cura di Nicolas Ballario con Giorgio Moroder, Quiet Ensemble e Francesco Dobrovich (direttore artistico di Videocittà) in cui sarà raccontato questo lavoro. Qualcosa però possiamo già anticiparla noi, grazie a una chiacchierata che abbiamo fatto con i Quiet Ensemble, ai quali abbiamo chiesto di parlarci della genesi di “Nebula” e del modo in cui hanno dialogato con Moroder per unire musica e luci.

 

L’incontro con Moroder è stato davvero piacevole. Giorgio è umile, allegro e disponibile. Abbiamo fatto il sopralluogo insieme al Gazometro ed eravamo tutti impressionati dalla maestosità della location. Abbiamo ragionato su un ipotetico viaggio cosmico che comincia dal pavimento del Gazometro e il suo microcosmo e continua in alto verso l’universo e le stelle, e immaginato diverse fasi del percorso, con possibili incontri celesti: alcuni realistici, altri più immaginifici.

Siamo stati molto ispirati dal Gazometro: essendo una struttura vuota lascia spazio all’immaginazione e a livello percettivo è molto forte la connessione tra la terra e il firmamento. L’istinto quando si entra al suo interno è quello di guardare in alto e da questo ci siamo quindi lasciati trasportare. É comunque da un po’ di tempo che indaghiamo sul microscopico, lavorando su particelle di polvere o di luce, e siamo affascinati dalla magia del volo e dagli sciami, dagli stormi, dalle stelle, dai movimenti organici di masse che insieme generano un elemento apparentemente unico: il singolo e la moltitudine, la forza immensa del microscopico. In questa nuova installazione stiamo testando un diverso approccio tecnico e siamo molto curiosi anche come spettatori.

L’installazione è fruibile da dentro e da fuori la struttura. Abbiamo ipotizzato delle linee verticali in acciaio riflettente come superficie di proiezione per la luce. Sugli anelli del Gazometro andremmo a posizionare un certo numero di laser che andranno a colpire le stringhe in acciaio a 360°. In questo modo abbiamo la possibilità di creare milioni di puntini luminosi in movimento che vanno dal basso verso l’alto e viceversa. Quando si spengono le luci la superficie su cui vengono proiettate diviene praticamente invisibile, tornando a mostrare al pubblico il vuoto.

Le linee vogliono essere concettualmente una connessione tra la terra e il cielo, una marcata direzione che indica l’alto e il basso, diventando un schermo di proiezione tridimensionale che regalerà al pubblico uno spettacolo delicato, basato sul vuoto e il pieno, il buio e la luce, la singola particella e la moltitudine, il granello di sabbia e il deserto o la stella e la galassia. Un gioco di elementi microscopici che insieme formato il tutto. Lo spettacolo si basa su un racconto che abbiamo seguito noi con la luce e Moroder con il suono, ogni elemento incalza e racconta a suo modo la drammaturgia. C’è un ascolto da parte di entrambi e un supporto che rende la luce e il suono un unico elemento“.