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Open House Roma: le novità dell’edizione 2019

Assieme al team di Open House Roma abbiamo scelto 10 tappe, pescandole tra le novità di questa edizione.

Scritto da La Redazione il 19 aprile 2019
Aggiornato il 23 aprile 2019

Si può dire ormai che Open House Roma è uno degli eventi emblema della città, che ne fa pienamente parte e la caratterizza. Così, per questa ottava edizione abbiamo deciso di aprire una finestra non su tutto il programma, bensì su quelle che sono le novità. Questo, ovviamente, non vi esime dal recuperare tutto quello che avete perso negli anni precedenti, per cui armatevi di scarpe comode e acqua fresca e incamminatevi per la città.

ALBUMARTE

AlbumArte è uno spazio indipendente e no profit con sede a Roma, che si caratterizza per le sue collaborazioni internazionali e i suoi cicli di approfondimento sui vari linguaggi del contemporaneo. Oltre all’esposizione dei progetti artistici, AlbumArte svolge parallelamente un programma di dibattiti e confronti sui maggiori temi della cultura, dell’arte e della società contemporanea, con la partecipazione di vari intellettuali e specialisti nelle varie materie affrontate, italiani e internazionali. La sede – nel quartiere Flaminio – è un’antica stalla di Villa Poniatowsky, restaurata nel 2014 in occasione dell’apertura dello spazio espositivo.

BIBLIOTECA LATERANENSE

L’edificio, realizzato nel 2006 accoglie circa 70.000 volumi e 750 pubblicazioni ospitate su sei piani. Il nuovo volume è collocato accanto a un blocco centrale di aule del piano a forma di “E”. Sebbene sia attentamente allineato con il volume esistente e rivestito nello stesso materiale, il nuovo blocco dichiara tuttavia la sua modernità nel gioco di volumi sospesi in luce e ombra. La presenza della biblioteca può essere percepita dall’interno dell’Università, attraverso una serie di coni panoramici creati dall’unione delle finestre. Entrando dal corridoio del primo piano dell’edificio principale, giù per una rampa di scale basaltiche sotto il primo livello, si apre in un ampio foyer.

CIVICOZERO

Il progetto del CivicoZero è frutto della collaborazione tra Save the Children Italia Onlus e il DiAP-Sapienza, per la riqualificazione dei locali situati in via dei Bruzi, a San Lorenzo. Il progetto, adibendo a nuovo uso un’;ex officina per la lavorazione delle materie plastiche, conferma l’ipotesi per cui l’accoglienza possa costituire un’opportunità per riattivare edifici abbandonati nel tessuto urbano e costituisce un caso esemplare che dimostra la possibilità di conciliare spirito di accoglienza, impegno sociale e attenzione per la qualità degli spazi. Un esempio di buone pratiche per le sinergie stabilite tra l’organizzazione non governativa e la Facoltà di Architettura, che hanno creduto nel valore aggiunto conseguente all’interazione tra la ricerca architettonica e gli obiettivi umanitari dell’assistenza e della tutela dei diritti dei minori.

CIRCOLO SPORTIVO RAI

Creato nei primi anni 60, il Circolo Sportivo Rai di Tor di Quinto è un’;opera dell’architetto Vittorio De Feo che ha elaborato un progetto per un luogo di svago per i dipendenti della più grande azienda televisiva italiana. Il terreno fa parte dell’area urbana ed è di facile accesso con mezzi di trasporto urbano. La superficie è di circa 30.000 mq, di cui 1.400 mq sono di area costruita, 1.800 mq sono adibiti a parcheggio e tutto il resto, 27.000 mq, costituisce l’area sportiva attrezzata. Poiché l’area era soggetta ad allagamenti, la struttura è stata progettata per essere sopraelevata con colonne in cemento armato ed è accessibile da quattro scale e un ascensore.

SCUOLA DI MATEMATICA NELLA CITTÀ UNIVERSITARIA DI ROMA

Opera di Gio Ponti del 1935, è articolata in una sequenza di volumi, originariamente ben distinti sia per forma che funzione. La conformazione originale, il sapiente uso dei rivestimenti, la continuità spaziale che si risolveva in giochi di triple altezze e l’apparato decorativo, hanno contribuito a renderla un’opera d’arte totale. Oggi quelle qualità spaziali e decorative sono in parte andate perse. Tuttavia un riconosciuto valore è ancora oggi leggibile. A fianco dell’attenzione che l’opera e la figura di Gio Ponti attirano ormai da qualche tempo sul grande pubblico, si colloca il cospicuo finanziamento accordato da The Getty Foundation di Los Angeles al Dipartimento di Storia Disegno e Restauro dell’Architettura di Sapienza per svolgere una ricerca coordinata dalla Professoressa Simona Salvo che miri alla conservazione programmata.

HEADQUARTER ITALIANA COSTRUZIONI

In un villino dei primi del Novecento, lo studio romano Westway Architects, realizza un raffinato progetto di ristrutturazione, in cui l’architettura contemporanea valorizza e rilegge quella del passato, adeguando l’edificio alla sua nuova funzione di rappresentanza. Il lavoro di sottrazione di volumi ha riportato il villino alla sua volumetria originaria. I resti archeologici della domus romana ritrovata sono stati integrati all’edificio e resi visitabili al piano terra. Il visitatore è messo a contatto con le diverse epoche storiche che hanno caratterizzato l’edificio, in una sorta di viaggio nel tempo.

I “GEMELLI ROMANI”

La Sede Nazionale di Legacoop – edificio del 1954 soprannominato “i gemelli romani” – appare come un oggetto d’eccezione: la pianta a farfalla è composta da due trapezi collegati fra loro da un rettangolo. Il volume articolato, ma raccolto in sé stesso e ostile all’allineamento con le case vicine, la grana dei laterizi media il contrasto tra l’ossatura di cemento armato e i tamponamenti, infine, la forma del salone, della scala e degli altri ambienti, richiamano l’attenzione per il gusto preciso non privo di sottile intelligenza. L’edificio è stato realizzato da Cairepro, da più di settant’anni portatrice della tradizione progettuale e costruttiva italiana, fortemente connessa con il razionalismo e il linguaggio dei territori e delle comunità.

INDUSTRIE FLUVIALI

Nel cuore del quartiere Ostiense, in una parte dell’ex-complesso Sonnino costruito agli inizi del 1900 come sito di lavorazione della lana, ha aperto i battenti Industrie Fluviali. 3.000 mq rigenerati per costruire la spina dorsale di un complesso ecosistema culturale, composto da spazi di lavoro condiviso, sale expo e conferenze, bistrot a km zero, orti urbani e un’incantevole terrazza vista Gazometro (la stessa che ospitò il celebre film “Le fate ignoranti” di Özpetek). Questi spazi ospiteranno workshop, laboratori ed eventi che si articoleranno in una densa programmazione quotidiana. Un hub, un incubatore e un acceleratore per tutte quelle dinamiche di interconnessione che ruotano attorno alle tematiche fondamentali dell’innovazione sociale, tecnologica e culturale.

PALAZZO CORRODI

Palazzo Corrodi, odierna sede della Cassa Geometri, nasce dall’idea del pittore paesaggista Hermann Corrodi di creare un edificio interamente adibito a studi d’artista. Costruito tra il 1903 ed il 1906, sul progetto in stile umbertino dell’ingegnere Gualtiero Aureli, il palazzo si anima di personalità di spicco della storia artistico-culturale italiana della prima metà del 1900. Fu scelto come atelier da artisti quali Onorato Carlandi, Enrico Coleman, Giulio Aristide Sartorio, Paolo Michetti e lo scultore Christian Hendrik Andersen. L’edificio passa alla storia per essere stato la dimora dove visse e morì il poeta Trilussa. I suoi interni hanno ospitato l’auditorium da cui è stato trasmesso il primo annuncio radiofonico dell’Unione Radiofonica Italiana, gli uffici della casa cinematografica Metro Goldwyn Mayer e la società di doppiaggio e sonorizzazione di film Fono Roma.

WEGIL (EX GIL TRASTEVERE)

Il rigore, la severità del cemento armato e l’attenzione al dettaglio. Ma anche la plasticità, il cielo che invadeva le vetrate e il sapiente controllo dello spazio architettonico. Tutto questo, abilmente orchestrato dalla matita di un giovanissimo Luigi Moretti, stupiva e incantava chiunque si trovasse a passare tra le strade di Trastevere e a guardare l’imponente struttura della Casa della GIL, luogo dell’educazione fisica e morale dei giovani balilla in quella metà degli anni Trenta. Dopo la chiusura, avvenuta nel 1976, e una serie di dolorose trasformazioni, finalmente il celebre edificio ha una sua nuova identità ed un’immagine coordinata grazie alla Regione Lazio, che nel 2017 ne ha permesso il restauro e ne ha riaperto le porte al pubblico. Con riferimento al tema prevalente dell’inclusione e della partecipazione, l’imponente edificio di epoca razionalista è oggi un contenitore privilegiato per mostre, spettacoli, eventi e cultura.