Ci sono stati 10 anni di silenzio. Ma ogni tanto qualche forte gemito si sentiva ed era sempre il Pervert (diventato Entertainment) che organizzava altre serate tra i Magazzini, Salon Parisien e Hollywood, fino al concretizzarsi definitivamente del potente format Sodoma Classic. Un appuntamento caratterizzato da un’animazione sempre eccellente, bondage e spettacoli fetish: un paradiso in un clubbing assopito dai guest.
Ma il Pervert è il P:Gold , la creatura di Obi e Ivan, e l’ultimo si è tenuto 10 anni fa e da allora nessuno a più osato a fare qualcosa di così straordinario. Un party mastodontico per l’Italia curato nello storytelling, nella scenografia, nei costumi, nella musica e nella creazione di una community (come si chiamano oggi). Ha anche reso tutti in più confusi sessualmente e così anche la perversione è diventata quasi routine (merito o condanna?).
Ora però nell’apatia di un clubbing schiavo del dj imprenditore un party così ha ancora più ragione di esistere perché diventa NEW, e noi che l’abbiamo visto, vissuto, raccontato, spalleggiato ai tempi dei forum su internet non vediamo l’ora di questo P:Gold che torna dove ha messo le basi del suo successo all’ex De Sade. Per noi è stata una parte importante della storia notturna di Milano e quindi grazie al suo ideatore Obi Baby ne ripercorriamo le tappe. 10 anni di storia che il 7 dicembre sarà un urlo libero di piacere.
Grazie Obi Baby, la regina!
Ottobre 2000 / 1° Appuntamento @ Quinte Club
Di questa data posso dirti che era stata studiata a tavolino con Alberto & Marcella di Colazione da Tiffany. Per qualche mese avevamo lavorato alL’UB (oggi Amnesia), suonando nel privè e costruendo un’altra serata infrasettimanale di nome LOLA. Si unì anche Andrea Granata (oggi proprietario del Bobino) che era il più grande pr del giro “pettinato”. La prima data del P:Gold però si basò totalmente sulle spalle mie e di Ivan e della nostra “follia”. Nonostante fosse pensata da più persone, come spesso accade, fummo solo noi a crederci veramente. Io ed Ivan eravamo in una delle tante pause obbligatorie dall’Hollywood. P:Gold fu un modo per ridiscutere la nostra posizione nella nightlife milanese. Economicamente fu un mezzo disastro perché mancò la gente di Colazione ma il nostro zoccolo duro di 700 persone creò un ambiente molto bello. Il locale però era troppo grande per un appuntamento domenicale, quindi cambiammo subito club.
(Non sono riuscito a trovare flyer…)
Novembre 2000 / 1° P:Gold @ De Sade
Guest Gonzalo from Trade London & Manumission Ibiza. P:Gold fu impostato subito come un contenitore di idee e musica internazionale. Va ricordato che in Italia in quel periodo esistevano 5/6 dj italiani che suonavano house soulful e basta. Noi suonavamo musica a 130 bpm di media. La formula che utilizzammo per questo secondo appuntamento partiva dall’aperitivo. Andati via Alby e la Marcy, anche i soci cambiarono. Salirono a bordo 2 ragazzi che lavoravano nell’ufficio stile di Armani che si occupavano della prima parte della serata e portammo avanti la collaborazione con Andrea Granata che aveva tutto un giro di tavolari della Milano “pettinata”, fra cui una sera comparve la Moratti. Per i primi 3 anni il colore del dress code non fu preso molto seriamente. Io ed Ivan davamo un dress input all’animazione a seconda del tema di quella notte. Per il primo anno non ci fu nemmeno un tema preciso. Eravamo ancora un treno in corsa che non faceva fermate. Fino ad Aprile 2001.
Stagione 2001/2 – I 7 Peccati Capitali @ De Sade
Fu la prima volta in cui venne adottato un tema specifico e una linearità. Ogni data sviluppammo un peccato capitale e anche gli show iniziarono ad avere un loro senso. In quel periodo passavamo le stagioni estive ad Ibiza, erano i periodi dei primi DC10. Ibiza stava rinascendo dopo uno dei suoi ciclici periodi down. Sotto la spinta dei charters inglesi l’isola stava ridecollando. Fu proprio in quel periodo che le varie frequentazioni dell’Isla ci portarono a conoscere personaggi della notte spagnola. Alcuni di loro gestivano una serata all’Amnesia che si chiamava Decadence. Quello stile gay cyber punk ci influenzò a tal punto da attrarre tutto l’underground ibizenco che viveva in inverno in Italia. Era un periodo di grande RIVOLUZIONE culturale nel clubbing. Chi viveva all’estero questo lo avvertiva. In Italia molto meno.
Stagione 2002/3 – Le Favole Classiche @ De Sade
P:Gold si stava ritagliando uno spazio tutto suo. Era una bolla temporale. Un aperitivo che finiva in un’orgia collettiva di edonismo e trasversalità. La cosa bella del party era la varietà di gente. Si partiva dalla commessa dell’aperitivo per arrivare ai tavoli dei trans che facevano a gara per chi aveva il vestito più lussuoso e il record di bottiglie. La scelta delle favole fu presa per amplificare questo mood di “world a part” da cui nacque Mondo Pervert. Per queste prime tre stagioni ad accompagnare Obi in consolle c’erano Bruno Bolla, Pagano che ora è uno dei dj del circuito gay più pagati al mondo e un giovanissimo Remo che poi divenne resident allo Space di Ibiza. Nel frattempo sviluppavamo sempre le collaborazioni con altri staff come Morgan di Colazione da Tiffany e Mazoom, assieme a Peo che era un personaggio di riferimento dell’area gay milanese (Partyqular – ora q|lab e prima ancora Billy all’Amnesia).
Stagione 2003/4 – I Tarocchi @ De Sade
Ciao, Wow, Favola…il Top lasciò spazio al NEW. Quell’anno fu la svolta per P:Gold perchè ci fu l’esigenza di imporre per la prima volta un dress code specifico, il total black. Questa decisione fece capitolare Andrea Granata che pensava che la sua gente non avrebbe digerito questa scelta. In quel periodo i figli di papà non avrebbero MAI messo una camicia nera neanche a pagarli. Noi tirammo dritti, convinti che la serata dovesse puntare su una nuova religione: il NEW BLACK. La teorizzazione di questa corrente filosofica ci portò a concepire un movimento tutto nero, con musica dark ed elettronica. Non vi suggerisce nulla di attuale? (a me si!). L’asse di riferimento culturale e musicale si spostò da Londra a Berlino/Parigi. La scelta dei tarocchi ci fece addentrare in un territorio magico e tutto il Mondo Pervert divenne più esoterico. In quegli anni non erano poche le persone che pensavano fossimo una setta satanica. Sia gli show che le tematiche in effetti erano molto cupe. La formula era quella giusta e il party continuava a crescere. Nello stesso anno pubblicammo la nostra seconda compilation. 2 cd di cui 1 mixato e 1 dvd con la raccolta degli show. Andò a ruba.
Stagione 2004/5 – Santi e Peccatori @ De Sade
Il NEW proliferava a dismisura. Il colore era sempre nero ma accompagnato dal bianco. Eravamo gli unici in Italia a fornire un prodotto moderno sia musicalmente che stilisticamente. Le altre situazioni italiane promuovevano un sound obsoleto. Eravamo molto malvisti dall’asse Bologna/Riccione/Napoli. Nel Febbraio 2005 noi festeggiavamo il nostro annuale compleanno, mentre in un’altro locale milanese, tutti ma proprio tutti gli staff e i djs che contavano dell’area house italica si unirono, nella stessa domenica per cercare di ostacolare la nostra ascesa. Furono mesi di grossa tensione, volarono parole grosse. In quel momento non era più clubbing ma 2 culture e 2 scuole contrapposte. Vincemmo noi, proseguendo la nostra linea internazionale con Steve Lawler e sbeffeggiando tutti inserendo in passerella una canzone di Leone Di Lernia che cantò “Tu sei Gay”. De Sade straripante, gli altri mezzi vuoti. Fu un momento di grande euforia ma fu anche molto imbarazzante. Così si concluse l’ultima stagione al De Sade. Il party era cresciuto troppo e gestire gli show, sempre più articolati in poco spazio, era diventato impossibile.
Stagione 2005/6 – Shakespeare @ Rolling Stone
L’estate prima dell’inaugurazione del Rolling Stone con i colori nero e fucsia venne vissuta molto male dalla base dei fan di P:Gold. Parlo di fan perché, già in quella fase, era nato un fan base molto attaccato alla serata. La scelta di cambiare locale non venne digerita per nulla da questi supporter. Il party, probabilmente per i connotati non solo musicali ma anche culturali, era cambiato a tal punto di essere visto quasi come una religione, un credo. Questo aveva un po’ radicalizzato i partecipanti già dal de Sade. Come sempre coraggiosamente io e il mio socio del tempo Ivan, tirammo avanti. Quello per cui avevamo ideato P:Gold era miscelare musica di qualità a degli show “importanti”. L’arena del Rolling era perfetta e spaziosa. La prima data “La tempesta” fu un’enorme successo. Al di là di ogni nostra aspettativa. Fuori dal Rolling ci aspettava una marea di gente tutta in dress code. Io arrivai con un ombrello fucsia ma non pioveva. Lo utilizzai anche dentro al locale e direi che non portò sfortuna. Per l’inaugurazione chiamammo i Black Strobe che rimasero frastornati dallo show. Un’enorme nave che si muoveva su un binario e che portò in scena i versi di Shakespeare. Per noi quella fu la perfezione!
Stagione 2006/7 – OlimP:Gold @ Rolling Stone
I colori scelti furono nero e turchese. Ormai la serata aveva assunto le proporzioni di un vero e proprio movimento. Per alcuni una moda. Non esisteva solo la serata ma c’era il ritrovo in Duomo, sui social e in boutique. Ovunque si parlava di P:Gold e dei Pgoldini. Nelle scuole, nelle strade, nelle canzoni hip hop. Iniziò un linciaggio mediatico senza precedenti sui social e nelle strade. Per un movimento che nelle linee guida si prefiggeva di “distruggere la normalità” direi che non ci siamo proprio fatti voler bene. Se ci aggiungiamo che chi muoveva le fila era dichiaratamente gay e tutto lo staff artistico anche, la miscela esplosiva c’era. I seguaci di questo movimento anno dopo anno erano sempre più giovani. A nulla serviva respingerli alla porta e chiedere i documenti. Ne arrivavano talmente tanti che scoraggiavano i più grandi. Quell’anno ammetto che ci prese un po di sconforto e perdemmo il controllo del party. Le continue critiche, gli insulti omofobi e un po di stanchezza (gestivamo 3 serate più un negozio) trasformarono una bella isola felice in un ambiente malsano, pieno di polemiche. In tutto questo, il clubbing stava cambiando ancora una volta.
Stagione 2007/8 – La Smorfia @ Magazzini Generali
Fummo costretti a cambiare location e andare ai Magazzini Generali. I colori scelti furono Nero e Giallo. Per capire quanto il party non fosse più gestito stilisticamente da noi bisogna sapere che ai P:Goldini, questo coloro non piacque molto. Erano loro che dettavano legge, ed erano loro che prima ancora dell’uscita del colore, avevano decretato che il colori dovevano essere nero e verde bottiglia. Probabilmente perché era più in linea con i colori di una moda che da li a breve avrebbe risucchiato molti Pgoldini. Gli Emo. La nuova location ci fece perdere altri aficionados e la stagione, benché numericamente ancora buona, non fu eclatante. A darci battaglia sul fronte dei competitors, erano sbarcate a Milano, altre organizzazioni da tutta Italia, attratti della nostra scena milanese, apparentemente florida. Questa nuova generazione di competitors, estremizzò il concetto che introducemmo noi delle guest straniere, svuotandolo di tutto il resto. Tolsero i vocalist, le luci colorate, l’animazione, fino alla musicalità dei brani. Nei clubs era arrivata una nuova droga, la ketamina e la musica minimale era la sua colonna sonora. Praticamente l’opposto del nostro concetto di festa, o in parte una forma di New Black estremizzata e apatica. Oltre a questo i dj iniziavano a diventare imprenditori di se stessi, appoggiati dalle agenzie di booking, sempre più strutturate ed esigenti. Quest’ultime decisero che il nostro tipo di party distraeva troppo l’attenzione dagli artisti e iniziarono a boicottare questa tipologia di eventi… il risultato lo avete sotto gli occhi oggi.
Preparatevi anche guardando i video di repertorio.