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Una cosa che mi manca: mangiarmi le unghie

Seppur grottesco, voglio tornare ad avere questa libertà

Scritto da Lady D. il 11 marzo 2020
Aggiornato il 18 marzo 2020

Tempi duri questi. Per tutti, non c’è che dire. Tempi duri, soprattutto, per quelli come me che convivono da sempre con la croce e delizia di tutti i vizi: mangiarsi le unghie. Non c’è mai stato niente da fare a tal proposito, è un vizio che difficilmente ti togli. Chi sa di cosa sto parlando mi darà ragione in ogni passaggio di questo contorto ragionamento. Sappiamo bene che questa emergenza ha avuto un climax bizzarro, non so se definirlo all’italiana, comunque c’è stata molta incertezza su cosa fare e non fare. Una cosa è stata sempre chiara fin dall’inizio: lavare le mani costantemente e non metterle mai, ribadisco mai, in bocca.

Qui parte la mia personale débâcle, una sfida nella sfida, un’ulteriore ostacolo tra i mille ostacoli che questa situazione ha portato con sé. Considerate che per una mangiatrice di unghie la vita non è mai facile, devi fare sempre i conti con tanti fattori: sociali e igienici. Batteri, di diversa natura, non mi hanno comunque mai fermato. E neanche questo – che poi è un virus – a dir la verità, aveva di principio scardinato la mia unica certezza nella vita. La mia ostinata perseveranza andava di pari passo con le informazioni a cazzarà che udivo. “Colpisce solo gli anziani”, come se il virus chiedesse la carta d’identità; “Non si tratta che di un’influenza”, sarà, io continuo a mangiarmi le unghie anche perché ho appena smesso di fumare non vorrei impazzire totalmente.

Tempi duri, soprattutto, per quelli come me che convivono da sempre con la croce e delizia di tutti i vizi: mangiarsi le unghie

E poi è arrivato Conte, i TG si sono fatti più seri, i cronisti più autorevoli, Mentana è scattato subito con la maratona, i toni sono diventati subito drastici, perentori. Non c’è da scherzare, mi dico, è il momento di dire addio a questo vizio che mi accompagna da tempi immemori. Ce la farò? Non è di certo facile, nemmeno in quarantena dove gli stress della vita “normale” sembrano rallentare. Vi faccio un esempio: come faccio a non mettermi le mani in bocca quando sento che un nuovo decreto è in arrivo, quando so che è venerdì e al massimo mi spetta una passeggiata in camera, un aperitivo in salotto e una cena in cucina con le mie diverse personalità? Molto difficile. A volte riesco, a volte no. Sanifico spesso le mani, considerando il tutto, e a guardar bene posso ritenermi soddisfatta: le mie unghie stanno crescendo.

La verità però, è che io non voglio guarire, voglio avere la libertà di mangiarmi le unghie quando voglio. Voglio tornare a non pensare a utilizzare amuchina, voglio smettere di tenere comportamenti ossessivi-compulsivi, voglio tornare semplicemente a mangiarmi le unghie. La mia normalità. Una cosa che mi manca? Seppur grottesco, questa libertà.