Solitamente i festival di cinema hanno una città ospitante da cui prendono il nome e che viene utilizzata come vetrina per ospiti e produttori. Il Pigneto Film Festival invece va esattamente in direzione opposta: non solo si tratta di un rassegna che parla della città e non semplicemente si svolge in città, ma restringe il suo campo d’azione a un singolo quartiere, per raccontarne strade e persone e catturarne il fermento creativo che normalmente lo pervade. Così, anche per questa edizione 2023 del festival – e in parallelo al focus Hyperlocal che ZERO sta facendo proprio sui quartieri di Roma – abbiamo deciso di seguire il PFF giorno per giorno, affidando per quest’anno alla penna di Elena Manzo un diario quotidiano.
SABATO 24
L’ultimo giorno di questa sesta edizione del Pigneto Film Festival è ufficialmente giunto. Alle 23:00 di venerdì le crew hanno consegnato i corti realizzati, che verranno visionati in mattinata dalla giuria tecnica composta dall’attrice e produttrice Federica Luna Vincenti, dalla blogger e conduttrice radio-televisiva Daniela Collu, l’attore Antonio De Matteo, i registi Matteo Quarta e Fabio Mollo, la casting director Chiara Natalucci, l’attrice e tiktoker Ludovica Di Donato, e lo sceneggiatore Federico Fava.
In attesa della Première di questa sera presso il Cinema Avorio, continuano le attività del festival con Roofbook, un appuntamento letterario speciale in una secret location che è stata svelata solo oggi: una soleggiata terrazza del Pigneto. Protagonista dell’incontro è Giovanni Anzaldo, attore ma anche scrittore, che presenta il suo ultimo romanzo intitolato “Raudo e i cuori nel caffè”. Raudo è il nome del cane che Ennio, cantautore con una sola canzone, ha adottato insieme al suo grande e unico amore V. che lo ha lasciato per rifarsi una vita. Ennio si sforza di dimenticarla ma il suo carattere malinconico e Torino disseminata di loro ricordi non aiutano. Tra un bicchiere di prosecco e qualche pop-corn l’autore, in dialogo con Cristiano Ranalletta, si sofferma a leggere alcune pagine del libro che fanno subito intendere i toni ironici, leggeri ma non superficiali della storia narrata.
Dopo il consueto firma copie finale ci dirigiamo tutti al Cinema Avorio per assistere alla proiezione dei cinque corti in gara e alla loro premiazione. A illuminare per primo lo schermo della sala è il video documentario riassuntivo di questi sette giorni realizzato dall’agenzia creativa Moodmama, che ogni anno, edizione dopo edizione ci emoziona e ci fa desiderare sempre di più l’arrivo della prossima. Alla conduzione di questa première 2023 ci sono Valeria Perdonò e Federico Le Pera che, ricapitolando i premi, e ringraziando i partner, hanno invitato a salire sul palco tutte le personalità senza le quali il festival non sarebbe possibile. Conclusi i saluti istituzionali si passa alle proiezioni. Crew Dulceri con “Capolinea”, Crew Fanfulla con “Mamma”, Crew Prenestina con “Altrimenti muoiono i fiori”, Crew Casilina con “Ombelico” e la Crew Fortebraccio con “A qualcuno piace aspettare”. Anche quest’anno i premi in palio sono sati scelti fra le opere degli artisti che nel corso della settimana hanno esposto nel FuoriFestival. Il Premio Miglior Colonna Sonora va alla Crew Dulceri con “Uccidersi per sbaglio” di F. Brioschi. Ad aggiudicarsi il Premio Miglior Performance Attoriale sono Morena Rastelli della Crew Casilina e Sasha Mori della Crew Prenestina. La giuria assegna alla Crew Prenestina la Menzione Speciale 2023, mentre il Premio Del Pubblico è stato consegnato alla Crew Fortebraccio con “A qualcuno piace aspettare”. Infine, ad aggiudicarsi il Premio Miglior Corto 2023 è “Ombelico” diretto da Arianne Doering, già vincitrice della prima edizione del Pigneto Film Festival. Tra gli abbracci, le lacrime, la gioia e la commozione delle crew e dei registi, i festeggiamenti si protraggono poi a Largo Venue con il closing party che chiude questa settima e ultima giornata, nonché la più emozionante di tutte. Il Pigneto Film Festival vi saluta per quest’anno ma è già proiettato verso la prossima edizione!
VENERDÌ 23
Ultime corse contro il tempo per le cinque crew in gara, la consegna è prevista in serata e molti stanno rifinendo gli ultimi dettagli, pronti a vedere proiettati i loro lavori nella sala del Cinema Avorio. Anche le altre attività del festival stanno giungendo al termine. È tempo di salutare il workshop sul cinema dell’Accademia Griffith e che oggi è al suo ultimo appuntamento, il tour alla scoperta della street art di quartiere con MuriLab, così come gli incontri letterari a cura di Mattia Zecca.
Con noi questo pomeriggio al Buseto le scrittrici Lidia Ravera e Lorena Spampinato presentano i loro ultimi lavori, rispettivamente “Age pride” e “Piccole cose connesse al peccato” in dialogo con lo scrittore Valerio Callieri. La storia narrata tra le pagine del romanzo di Lorena Spampinato è quella di Annina ed Enza e di un’estate trascorsa nella vecchia casa della loro nonna vicino Taormina alla scoperta di loro stesse e della loro sessualità. Quella di Lidia Ravera è invece una denuncia contro l’ageismo, una celebrazione del tempo e dell’età matura, da lei descritti come nostri alleati che non vanno discriminati ma onorati. L’autrice rivela che inizialmente non era convinta della scelta di un titolo in lingua inglese, ma alla fine il suo obiettivo era quello di trasmettere un messaggio di orgoglio anagrafico per nulla dissimile dall’orgoglio omosessuale, dunque la parola pride racchiudeva perfettamente il tutto.
Ultimi giorni anche per visitare i fuori festival presso la Nero Gallery e la Bottiglieria Pigneto, e la mostra fotografica “Bodies bodies bodies” a cura di bar.lina al Largo Venue, che si interroga sulla rappresentazione del corpo e
dell’identità queer nell’arte. Il Cinema Aquila ha poi ospitato le proiezioni di “Io, Tevere – Le radici del mare” di Marco Spinelli e Roberto D’Amico per la sezione GreenZone, “Are Your Eyes Nicely Open?” di S.J. van Breda proiettato per la prima volta in Italia, e per finire “Vertical Rock-It” e “Arti Martianə” degli studenti dell’Accademia AANT con l’intervento di Valerio di Paola e Matteo Quarta. L’ultimo appuntamento di questa sesta giornata è con il Premio Lux 2023 e Palma d’oro 2022 “Triangle of sadness” di Ruben Östlund.
GIOVEDÌ 22
Ci si avvicina sempre di più alla fine di questa sesta edizione del Pigneto Film Festival e di conseguenza anche alla consegna dei lavori delle cinque crew stabilita per questo venerdì. È tempo di ultime riprese e montaggio delle scene girate in questi giorni. Per gli appassionati o curiosi del mondo dell’arte urbana il pomeriggio è dedicato alla scoperta delle opere a cielo aperto che offre il Pigneto con uno street art tour guidato da MuriLab. Le attività proseguono poi con il terzo Incontro d’Autore al Buseto in compagnia di Valentina Farinaccio in dialogo con Matteo B. Bianchi autore di “La vita di chi resta” e Mattia Insolia scrittore di “Cieli in fiamme”, sempre a cura di Mattia Zecca.
Quello di Matteo è un romanzo sul dolore ma soprattutto sull’amore, racconta una storia che lo vede protagonista, della fine di un amore e di una morte dolorosa, difficile da interiorizzare, portatrice di rabbia e senso di colpa. Mattia scrive invece di un dialogo generazionale che mette allo specchio la generazione dei padri, delle madri e dei figli, perché da uno scontro nasce sempre un punto di incontro. Al termine dell’incontro tutti diretti al Cinema Aquila per i Corti d’Autore. Con noi in sala Antonella Sabatino e Stefano Blasi della compagnia di produzione Gogoframes introducono “68.415” uno short movie sull’inquinamento da plastica.
Segue poi l’intervento di Cristiano Anania per Associak, compagnia di distribuzione di “An Irish Goodbye” diretto da Tom Berkely & Ross White e premio BAFTA come miglior cortometraggio. A prendere la parola è infine Vincenzo Giordano regista de “La sirenetta”, corto semifinalista al Festival del Cinema di Stoccolma e in concorso al Laceno D’oro Film Festival. La serata si è poi conclusa con la sezione dedicata ai nominati Premio Lux 2023 e la proiezione di “Close” di Lukas Dhont, un film su un’amicizia e sulla sua inaspettata rottura.
MERCOLEDÌ 21
Continuano gli Incontri D’Autore a cura di Mattia Zecca. Protagonista di oggi è Anna Puricella, autrice di “Monteruga” edito da Fandango Libri che, in dialogo con lo scrittore e sceneggiatore Flavio Nuccitelli, racconta dell’omonimo borgo abbandonato in provincia di Lecce, Monteruga appunto. Tutto sembra essersi sistemato nella vita di Angelo, giovane custode del paesino, quando nell’agosto del 1993 comincia ad avere visioni in carne ed ossa che di notte tornano a popolare il borgo spettrale. L’autrice si confida con il pubblico del Buseto, dice di scrivere quando nuota, perché è sott’acqua che i personaggi da lei immaginati prendono vita ed è inconsapevole di aver dato vita a quello che è stato definito un horror.
Proseguono anche le proiezioni del festival al Cinema Aquila, con la visione di “Rumore, Human Vibes” di Simona Cocozza in collaborazione con Amnesty. A prendere la parola sono la stessa Simona accompagnata da Francesca Corbo, portavoce di Amnesty. Le due introducono un docufilm dai toni scomodi e narrato attraverso le canzoni di artisti come Ivano Fossati, Carmen Consoli, Daniele Silvestri, tutti particolarmente interessati al tema dei diritti umani. La musica è infatti il mezzo che più di altri è capace di arrivare all’anima delle persone e di raccontare i diritti umani, perché se il silenzio è la colonna sonora dei regimi autoritari allora sarà meglio fare rumore.
A seguire la proiezione di “Alcarràs” di Carla Simón, primo dei tre titoli Premio Lux 2023 che verranno presentati al festival, trascina il pubblico in sala nel pescheto della famiglia Solè in Catalogna, che rischia di dar vita al suo ultimo raccolto. Oltre agli incontri letterari e alle proiezioni giornaliere, i Fuori Festival di quest’edizione del Pigneto Film Festival ci trasportano nel mondo dell’arte con due mostre dedicate al quartiere e al suo festival. La Nero Gallery infatti ospita le esposizioni “Esercizi di stile” di JB ROCK nella sala espositiva e “Pigneto c’è” di To Raise Hell nella sala bookshop, visitabili fino al 24 giugno.
MARTEDÌ 20
Il terzo giorno di festival è iniziato in via Matera 3 con il workshop sul cinema a cura dell’ Accademia Griffith ed è proseguito nel pomeriggio con il primo dei quattro Incontri D’autore. Per le crew invece è tempo di dare il via alle riprese, alcuni si preparano a passare la notte fuori a girare mentre altri vanno incontro alle prime difficoltà, senza però perdersi d’animo. Alle 18:00 il Buseto in Via del Pigneto è pronto ad accogliere l’aperitivo letterario con l’autrice di “Amatissime” Giulia Caminito, e Michela Monferrini autrice di “Dalla parte di Alba”, il tutto moderato da Mattia Zecca, direttore artistico di questi Incontri D’autore della sesta edizione del Pigneto Film Festival.
Giulia rivela di essere cresciuta con un’immagine di Elsa Morante appesa al muro della casa dei genitori, proprio dalla madre infatti eredita la stessa passione per la scrittrice italiana. Nel suo saggio-memoir racconta delle sue cinque amatissime scrittrici del Novecento italiano intrecciando le loro storie di vita con il suo racconto di formazione come scrittrice, lettrice ma anche ricercatrice. Michela ricalca lo stesso pensiero attraverso la narrazione di un’altra figura femminile: Alba de Céspedes. Figlia di un diplomatico cubano e di una donna della borghesia romana, sposa a quindici anni e madre a diciassette, attraversa il Novecento in bilico tra continenti e rivoluzioni, alla conquista di una stanza tutta per sé per dedicarsi alla scrittura, ciò a cui si sentiva destinata fin da bambina.
A seguire, l’anteprima romana “Contactless” insieme alle proiezioni dei migliori corti in gara alle scorse edizioni del Pigneto Film Festival e del 48 Hour Film Project ci hanno tenuti incollati allo schermo del Cinema Aquila. L’ultimo intervento della serata, che ha preceduto la proiezione di “Open arms – La legge del mare” di di Marcel Barrena, è stato quello di Amelia Bignami della ONG Open Arms e Annalisa Camilli giornalista di Internazionale. Le due ci hanno illuminato sui disastri che avvengono nel Mediterraneo e su come poter agire per evitare che questi drammi vengano ignorati tanto dalle autorità costiere quanto dai comuni cittadini.
LUNEDÌ 19
Le 144 ore di immaginazione e realizzazione del miglior cortometraggio sono iniziate al Pigneto Film Festival. “Il cerchio della vita”, tema svelato durante il kick off di ieri, sta prendendo forma nelle menti dei registi e dei membri delle crew in gara. Il triangolo del Pigneto è e sarà occupato nei prossimi giorni da macchine da presa, microfoni, attrezzature, insomma, l’intero quartiere si trasformerà in un vero e proprio set cinematografico. Nonostante lo scorrere delle ore appaiono tutti piuttosto tranquilli e sicuri di potercela fare. Tra i filmmaker emerge anche una certa necessità di distinguersi tramite la scelta di ambientazioni e oggetti di scena distintivi, c’è chi ad esempio è alla ricerca di un’auto d’epoca e chi fatica a trovare un appartamento con arredamento anni Ottanta.
Nel frattempo, mentre le squadre creative sono all’opera, alla Bottiglieria Pigneto si sta svolgendo da ieri la mostra fotografica “Cartoline dal Pigneto” dell’interaction e visual designer Federico Topa, tra gli imperdibili Fuori Festival di questa edizione. L’esposizione si compone di immagini che ritraggono frame dei corti del Pigneto Film Festival e si basa sui temi principali della conservazione del contesto iconografico dei diversi corti e trasformazione dello stesso attraverso tecniche di editing in grado di mostrare quelle stesse immagini in maniera alterata. Nello specifico, le immagini selezionate sono state elaborate con un algoritmo di creative coding per estrarre la mappa vettoriale dei pixel. Ad ogni immagine è stato associato un colore dominante, poi campionato dall’immagine di partenza nel tentativo di preservare l’insieme evocativo presente nell’immagine prima della sua trasformazione.
DOMENICA 18
Un sole accecante ha accolto la sesta edizione del Pigneto Film Festival. Alle 18:00 le porte del Largo Venue si sono ufficialmente aperte per accogliere attori, attrici, filmmaker, ospiti e tecnici, tutti in trepidante attesa per il kick-off. Anche quest’anno ad aprire le danze c’era Giulia Rupi, accompagnata da Simone Vesco e Andrea Lanfredi che, dopo i dovuti ringraziamenti iniziali, hanno presentato il programma della settimana e le cinque crew in gara. Fanfulla, Dulceri, Fortebraccio, Prenestina e Casilina non sono solo le vie del quartiere “più piccolo e indisciplinato” di Roma ma anche i nomi delle cinque squadre che da oggi si sfideranno per aggiudicarsi il Premio Miglior Corto 2023, il Premio Miglior Performance Attoriale, il Premio Miglior Colonna Sonora, e, infine, il Premio del Pubblico (composto da abitanti del Pigneto appositamente selezionati).
I team sono diretti dai filmmaker internazionali Lucrecia Cisneros Rincón (crew Fanfulla), Josh Brown (crew Dulceri), Sergiy Pudich (crew Fortebraccio), Nicolas Perot (crew Prenestina) e Arianne Doering (crew Casilina). A completare il tutto ogni squadra ha a disposizione quattro attori, un fonico dell’accademia AANT, una band o un musicista che si occuperà della colonna sonora, e sei studenti dell’Accademia Griffith. Il tema dei cortometraggi di quest’edizione è il “cerchio della vita” e a
svelarlo sono Silvia D’Amico e Paolo Rossi con un video messaggio. Il lancio del festival si è poi concluso con gli interventi di Mattia Zecca, direttore artistico degli incontri d’autore e l’immancabile in bocca al lupo della madrina di quest’anno Barbara Ronchi, per la quale il Pigneto Film Festival è “un atto di vera resistenza e una lettera d’amore per la città di Roma”.
La serata è poi continuata nella sala tre del Cinema Aquila, gremita da bambini sgambettanti già pronti in prima fila per la proiezione di “Corti Pischelli”, sezione interamente dedicata ai più piccoli. Qui si sono susseguiti dopo una presentazione iniziale “Argo e Odi” di Luca Di Cecca in anteprima italiana, “Soul Office” di Ryan Loughran, “The Silent Echo” di Suman Sen, “Machines” di Cristian Ciumac, “Il sirenetto” di Caterina Pallini e “A cosa serve il mare” di Wanda de Palma e Costanzo Salatiello per la sezione GreenZone dedicata alla tematica ambientale. A seguire sono iniziate le anteprime: “(Non vogliamo essere) Ultima generazione” di Riccardo Pittaluga, “Noi qui così siamo” di Maurizio Montesi “Fino all’ultimo respiro” di Videocitronix, “Ricordi di Mappatella” di S. De Benedictis e C. Salatiello. Preceduti dagli interventi iniziali di Michele Giuli, portavoce di Ultima Generazione che in maniera chiara e convincente ha urlato alla platea l’obiettivo delle loro azioni di disobbedienza civile, e Maurizio Montesi, che ha parlato della sua Via Balilla e della festa che annualmente riunisce la comunità del quartiere Esquilino.