Marco Parenti è tra i fondatori di Embassy-artists, che potremmo identificare come il lato un po’ più undeground dell’agenzia di booking Club Nation.
Davide Martelli e Alessandro Longhin sono i fondatori del progetto The Botanical Club, prima microdistilleria di Milano e doppio gin bar (uno è in zona Isola e l’altro è in Tortona).
Dall’incontro tra questi tre ragazzi e le loro rispettive passioni, la musica da un lato e la cura del beverage e della ristorazione dall’altro, è nato l’evento BC Confidential: un’appuntamento settimanale al Botanical di via Tortona in cui Marco si occupa di invitare un selezionatore musicale e Davide e Ale, da buoni proprietari di casa, si occupano dell’ospitalità, del cibo e dei drink, che sono la caratteristica del locale. Non è quindi un party e neanche la classica serata con dj e aperitivo, ma un evento più rilassato in cui gustare una selezione musicale, che preferibilmente è la collezione di dischi o cd dell’ospite, in un contesto molto tranquillo e intimo.
Giovedì 24 marzo al Botanical c’è un evento della serie #UNFOLLOWERS ideato dell’agenzia Embassy con un’artista particolare, Donna Leake, la programmatrice musicale del Brilliant Corners – ristorante e after-midnight club con uno dei sound system più caldo di Londra – ed elegante selector di vinili dall’afrobeat all’electro, e ci sembra un ottimo pretesto per raccontarvi le due anime di quest’iniziativa che sta diventando un appuntamento fisso da non perdere in città.
Chi siete? Cosa fate? Da dove venite? Perché siete qui?
Marco – Bella domanda, ne avresti un’altra? Scherzi a parte all’anagrafe Marco Parenti, per gli amici Marchino, mi chiamano così da quando io ho “ricordi”, oppure Mark:eno per chi si addentra un po’ di più in quello che faccio da sempre; ovvero dj, consulente musicale, booker, sound designer, collezionista di dischi, quelli neri ovviamente.
Cerco di fare quello che più mi piace, vivere e lavorare con la musica.
Se vuoi una geolocalizzazione più esatta sono Toscano, di Lucca; ma se vuoi lavorare nella musica in Italia, lo dico un po’ a malincuore, Milano oggi è l’unico posto che ti dà delle possibilità più concrete, ma forse le cose stanno un po’ cambiando.
Cosa avete fatto ieri sera?
Marco –Purtroppo niente di eccitante. Una bella tazza di Tachifludec per curare i mali di stagione, aspettando la primavera!
Ale & Davide – Serata impegnativa e divertente ieri sera. Stiamo lavorando ad alcune varianti della nostra ricetta di gin e a qualche novità, quello del distillatore è un lavoro bellissimo fatto di ricerca, sperimentazione e studio. Ieri sera ci siamo concessi la parte più divertente: assaggiare e confrontare le nuove ricette di gin con un po di amici e la giusta selezione di dischi.
Quando vi siete conosciuti
Marco – Ho conosciuto Alessandro appena arrivato a Milano, circa 6 anni fa, grazie a un amico comune che a volte mi ospitava durante le mie trasferte da pendolare. Poi, da lì a poco, anzi pochissimo abbiamo iniziato a frequentarci più spesso insieme anche ad altri amici e diciamo che abbiamo trovato un bell’affiatamento, al di là di quello che è nato poi con il Botanical a livello professionale.
Con Davide invece ci siamo conosciuti durante la progettazione di The Botanical Club di Isola, tramite Alessandro ovviamente e anche con lui è nata subito una bella sintonia.
Ale & Davide –L’incontro con Marco risale ad alcuni anni fa qui a Milano, onestamente abbiamo cercato diverse volte di spiegarci come sia potuto accadere. Non l’abbiamo mai capito veramente!
No dai, il primo incontro risale a qualche anno fa e subito è nata una grande amicizia, ci fa siamo conosciuti con il gin tonic in mano e tanti progetti nel cassetto, alcuni si sono realizzati, su altri ci piace ancora fantasticare. D’altra parte abbiamo capito essere la maniera migliore per far accadere le cose.
Cos’è Embassy-artists? Parlaci di questo progetto e di chi c’è dietro.
Marco – Embassy è la divison techno/house/disco oriented di Club Nation, agenzia di management, consulenza artistica e booking per la quale ho iniziato a lavorare quasi 7 anni fa, quando mi sono trasferito a Milano, prima come pendolare e poi in pianta stabile. Dietro al progetto ci sono ovviamente i soci fondatori di Club Nation (Stefano Astore e Ruggero Isacchi) e il sottoscritto, più altri collaboratori, amici, appassionati di clubbing e non solo.
Embassy-artists è un progetto, per come lo abbiamo sognato e sviluppato, principalmente con Ruggero, di un agenzia di booking e management con base geografica italiana ma dal respiro e dalla propensione internazionale. Pensavamo a un’agenzia con una forte identità che sviluppasse, oltre al proprio roster artistico fortemente differenziato, anche progetti paralleli, sempre dedicati alla musica e a tutto quello che ne deriva.
#UNFOLLOWERS è uno di questi. Nato come evento dedicato alla promozione dell’agenzia stessa (uno showcase nel vero senso del termine) è divenuto, poi, anche un programma settimanale nella neonata web radio Radio Raheem. Questo per farti capire il nostro concetto di agenzia è quello di una realtà viva e dinamica legata al mutevole scenario del clubbing degli ultimi anni, un’agenzia che si staccasse strategicamente da quello che era l’immaginario di Club Nation. Non mi fraintendere però, Club Nation ancora oggi è più che viva e vegeta e ne faccio parte, con ha il suo business e le sue attività ed Embassy è una di queste, ma con tutta un altra identità e assetto.Cosa facevate prima di dedicarvi rispettivamente al Botanical e Embassy?
Ale & Davide – Arriviamo entrambi da mondi paralleli a quello della ristorazione o dell’intrattenimento. Abbiamo avuto modo nella nostra precedente vita di entrare in contatto con grandi professionisti e di partecipare a importanti progetti di moda e comunicazione, sia nel nostro paese che internazionalmente. Le nostre esperienze passate ci hanno aiutato a costruire un brand con un’identità fortemente milanese coerentemente a un esperienza contemporanea e internazionale.
Marco –Prima di Embassy e prima di trasferirmi a Milano avevo creato una mia agenzia creativa e di comunicazione a Lucca (Magazzino77) e organizzavo, insieme ad altri amici, piuttosto visionari, uno dei primi Festival italiani di video installazioni (LookAt Festival). Ovviamente c’era anche una parte musicale da gestire, e io mi occupavo principalmente di quella, poi un rodaggio con Club Nation e dopodiché l’evoluzione naturale, come Darwin insegna, verso Embassy-Artists.
Con che cura e criterio scegliete gli artisti che entrano nel vostro roster?Marco – Bella domanda! A esser sincero non abbiamo un criterio scritto, nessuno standard decisionale, forse potrei dire che ne abbiamo un immaginario riassumibile in 3 parole: orecchio, cuore e mercato.
Orecchio, perché i suoni, o meglio la musica proposta da un artista ci deve piacere e deve colpire il nostro orecchio, sia che si tratti di un suono già sentito, sia che si tratti di un qualcosa di nuovo dove percepiamo delle potenzialità.
Alcune domande che mi faccio sempre: “io comprerei quel disco?“, “andrei a sentire tal artista?” se la risposta è sì, partiamo con un approfondimento. Cuore = intuizione. Mercato, perché dobbiamo cercare di trasformare in reale business quella potenzialità intercettata o quell’intuizione e ti assicuro non è sempre così semplice, anche perché a noi piace partire dal basso e provare spesso a sviluppare un profilo artistico fin dal principio. Per il semplice fatto che quel dj/producer è piaciuto al nostro orecchio e al nostro cuore, non vuol dire per forza che poi abbia mercato e sia quindi vendibile.
Consigliateci l’abbinamento migliore cibo + drink da provare al Botanical.
Ale & Davide – Siamo sempre alla ricerca di nuovi abbinamenti e nuove esperienze da inserire nei nostri menu. Che sia un vino naturale orange da scoprire assieme a un inaspettato noodles cacio e pepe con ricci di mare e astice (buonissimo) o un twist su un cocktail Gimlet con il nostro gin Spleen Et Ideal da tracannare assieme a un avocado passato al bbq con tartare di tonno e salsa ponzu.
Cosa ne pensi del clubbing odierno?
Marco – Penso che siamo in un momento positivamente caotico. Positivo perché ci sono una miriade di proposte artistiche, di club e festival ed è anche bello. Voglio dire “wow”, una volta si faceva molta più fatica a costruire qualcosa fuori dalla grande città, non avevamo tutto questo accesso alle informazioni, alla musica stessa, contatti eccetera. Ma al tempo stesso è il caos. Realtà nascono e muoiono velocemente, personaggi si improvvisano “organizzatori di eventi”, promoter o dj e alcuni anche “musicisti” solo perché hanno speso qualche ora giocando a “guitar heroes”, e questo non fa bene alla scena e al settore. Allo stesso modo però penso a Darwin a alla sua selezione naturale, convinto che solo le persone che prenderanno seriamente il clubbing come un vero lavoro riusciranno a sopravvivere.
Cosa pensate di tutta quest’attenzione al bere che c’è a Milano?
Ale & Davide – Siamo chiaramente molto felici di come sta crescendo l’offerta a Milano e di come il panorama di cocktail bar e locali si stia diversificando, puntando sempre di più alla qualità e alla ricerca di nuove esperienze.
Com’è nata l’idea di fare BC Confidential?
Marco – Quasi per scherzo come tutte le cose che alla fine poi hanno un loro divenire naturale. Le prime volte venni coinvolto semplicemente come dj per eventi privati all’interno del primo Botanical Club in Isola, o per dj set aperti al pubblico durante occasioni speciali. All’epoca il Botanical di via Tortona non era ancora nato, era soltanto nelle teste di Davide e Alessandro… credo. Con il passare del tempo il rapporto personale si è stretto sempre di più e in un attimo il Botanical Club di via Tortona ha aperto le sue porte, sembrano passati decenni, ma alla fine si tratta solamente di un paio d’anni.
Così come in Isola iniziammo con dj set sporadici del sottoscritto, poi man mano che il nuovo locale prendeva piede e che il nostro rapporto diventava più stretto, mi chiesero se potevo studiare qualcosa di più coinvolgente che abbracciasse il concept “The Botanical Club”, e così dopo qualche incontro è nato BC Confidential.
L’idea alla base è piuttosto semplice, ovvero coinvolgere in un’atmosfera intima veri “music lovers”, non per forza dj, anzi. Invitare tutti coloro che avessero avuto qualcosa da raccontare attraverso la propria collezione musicale; uno spazio per tutti quelli con la voglia di condividere i loro dischi da “cameretta”, come piace definirli a me, quelli che ascolti da solo, quelli della tua collezione privata insomma o, per un vero dj, quelli che compri e che ti fanno impazzire ma che alla fine non riesci mai ad avere l’occasione di suonare. Senza pretese di tecnicismi particolari, una pura e semplice selezione musicale, quello era cosa avevo in mente. Alla base della mia idea c’era la passione per la musica.
Insomma non volevo rimettere in piedi la solita situazione dj + aperitivo un po’ vista e rivista, sentita e risentita, una roba che non mi rispecchiava e che non rispecchiava neanche la richiesta di Davide e Alessandro. L’idea è piaciuta e siamo partiti.
La prima stagione, ovvero quella dello scorso anno iniziò un po’ in sordina, senza troppa promo, solo con passa parola e qualche attività promozionale mirata ma fatta come si deve, in pieno stile TBC credo, e Davide può smentirmi nel caso, ma abbiamo avuto inaspettatamente subito un discreto riscontro.
Da questa stagione, invece, abbiamo pianificato meglio il tutto e con piacevole sorpresa posso dire che le cose stanno procedendo ancora meglio, grazie anche al contributo attento di Davide e della Crew TBC che crede, come secondo me è giusto che sia, che la musica debba essere parte integrante per un qualsiasi progetto dedicato al “pubblico”, ristorante, bar o caffetteria che sia.
Ale & Davide – Con la leggerezza di chi vuole divertirsi con molta gente facendo quello che più gli piace. È stato tutto molto spontaneo e siamo super felici di come BC Confidential sia cresciuto e di come stiamo programmando i prossimi appuntamenti.
Qual è l’ultimo drink che avete bevuto e vi ha mandato fuori di testa?
Ale & Davide – Ultimamente siamo in fissa totale per i vini naturali, li abbiamo scoperti qualche anno fa e l’amore è cresciuto cosi velocemente da farci aprire da qualche mese Champagne Socialist, un piccolo rifugio per scoprire il vino vero a pochi passi dai Bastioni di Porta Venezia.
Marco – Non bevo long drink da un pezzo, solo vino e birra, ma l’unico spirits che mi concedo ancora volentieri: un buon bicchiere di Bourbon Bulleit.
Qual è l’ultimo disco che vi ha mandato fuori di testa?
Ale & Davide – Grazie a BC e agli artisti che ogni giovedì suonano da noi stiamo scoprendo un sacco di nuova musica ed è davvero fantastico. Credimi, davvero difficile risponderti con un solo album. Ogni settimana carichiamo sul nostro canale Mixcloud i podcast della serata e fidati, c’è veramente un sacco di roba da scoprire!
Marco – In realtà ce ne sono due e non sono proprio album, ma singole tracce..
Falcons “Perido en el universo”, traccia conosciuta grazie a Donna.
LoveExchange “Got To find a disco”,
Se ti dovessi dire un album che mi ha veramente colpito negli ultimi anni: Youseff Kamaal “Black Focus”, anche se ormai si tratta di un disco di fine 2016 se non sbaglio.