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Fabio Quaranta + NFQ

Come questo nucleo di sperimentazione romana ha deciso di animare la scena di Milano sud

quartiere SouPra

Scritto da Lucia Tozzi il 5 agosto 2020
Aggiornato il 7 ottobre 2020

Fabio Quaranta. Foto di Piotr Niepsuj

L’arrivo di Fabio Quaranta a Milano è stato un segno importante del consolidamento della nuova immagine svolta di immagine che la città aveva ricevuto dall’EXPO. Uno dei protagonisti della nuova scena romana che si trasferisce a Milano, in un quartiere ancora mutante, ai confini della città, per sperimentare in un modo veramente anomalo rispetto ai codici locali. A distanza di un paio d’anni si è portato dietro anche i protagonisti di NERO, stabilendo uno spazio chiamato NFQ che, a pochi passi da Prada, ICA, Reading Room e molti nuovi studi, ma anche dal Plastic, crea le basi per progetti inediti.

Nel 2016 ti sei trasferito da Roma nella Milano del pieno boom post Expo. La città ha risposto alle tue aspettative?

Venivo da una città caotica e inconcludente carico di delusioni e ho trovato una città a misura d’uomo e in ebollizione. Quindi direi di si.

Come la vedi ora? Che scenari prevedi?

La vedo in un modo diverso. È un momento delicato per tutti e per ora è impossibile fare previsioni.

Come descriveresti il passaggio da Motelsalieri a NFQ?

Moltesalieri, prima a Roma e poi a Milano, ha avuto sempre la missione di cambiare scenari e mettere insieme situazioni diverse. Quando il sig. Fucile ha dovuto, purtroppo, chiudere l’attività e liberato il laboratorio di marmo sotto il mio studio ho pensato subito a NERO e l’unione è stata naturale. Era il posto giusto e arrivava in un momento in cui lavoravamo spesso insieme.

Come va avanti il lavoro con NERO? Che farete l'anno prossimo?

Con NERO c’è una collaborazione che dura ormai da anni non solo su Milano. Subito prima della chiusure per il virurs, a fine febbraio, abbiamo cocurato il progetto/mostra collettiva di Andreas Angelidakis alla Manifattura Tabacchi di Firenze. Per il prossimo anno stiamo aggiornando alle nuove normative un progetto sulla didattica extra-scolastica a cui stavamo già lavorando.

Perché hai scelto di aprire in via passo Pordoi?

Perché ho trovato un bell’appartamento per fare lo studio ad un buon prezzo.

Con chi stringi reti e collaborazioni nel quartiere?

Il quartiere è vasto ma ancora poco denso di attività.

Con chi vai semplicemente d'accordo, chi ti piace incontrare nei dintorni?

Frequento l’onlus Comunità Islamica Fajr perché sono nostri vicini e spesso incontro Lorenzo Senni che ha lo studio dall’altra parte di Via d’Agrate.

> Dove vai a bere e a mangiare qua intorno? Se arriva un amico, dove lo porti?

Da quando sono ritornato in studio per vari motivi ho cominciato a portarmi qualcosa da casa per pranzo.
Sono un abitudinario e vado negli stessi posti da quando sono arrivato. Al Bar Luce mi trovo sempre molto bene, ma da quando è aperto solo nel fine settimana spesso mangio fuori dal Tajoli. Buoni i panini del BarKollo.

Visivamente cosa ti piace di questo pezzo di città?

Il confine netto con la fine della città.